È arrivata anche da noi, al Vomero. L’altra sera, andando allo stadio, il Martire ed io ci siamo chiesti come mai in collina ancora non si avvertisse l’emergenza. Emergenza sotterranea, ci siamo detti. Stamattina, invece, è tangibile, l’“odore”. Via Girolamo Santacroce, via Salvator Rosa, il Museo, Corso Umberto. Più scendi e più è peggio. Sono le nove del mattino, il sole illumina forsennatamente piazze e case, il mare è di un azzurro da fare male agli occhi e tu hai sotto gli occhi immensi cumuli di monnezza. La puzza ti penetra nelle narici insieme al polline che se guardi in alto riempie l’aria e ti offusca pure gli occhi. Viene voglia di scappare, di tapparsi la bocca e il naso, chiudere gli occhi ed urlare. Non è davvero il caso di piangere e aggiungere liquido salato al percolato che già affonda strade e palazzi. Ne siamo impregnati di nuovo, ancora una volta. Siamo topi che galleggiano, che ci passano sopra, con i piedi, i passeggini, le macchine, ormai sopravviviamo pure, da topi, forse siamo meno veloci nel correre via, ma sempre sorci restiamo, poi ci sono le zoccole, quelle grandi, ma questa è un’altra storia. Polline e puzza, vicoli e munnezza. Un meraviglioso e maleodorante vortice di colori. Bentornata emergenza, bentornato calore, bentornata puzza. Benvenuti a Napoli: la nostra città.
Ilaria Puglia
Bentornata puzza nella nostra amata Napoli
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