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C’è chi ricorda che, ventuno anni fa, il Napoli acciuffò a Bologna il suo secondo e ultimo scudetto.

Il Napoli azzanna letteralmente il primo tempo e vince a Bologna (2-0), nono successo in trasferta, agganciando per un pomeriggio il Milan in testa alla classifica. Il sogno continua. Quindicimila napoletani hanno trasformato lo stadio bolognese in un campo di casa, tutto azzurro e percorso dal coro vibrante dell’inno irrinunciabile di felicità: oj vita mia. Il Bologna, cominciando chiuso in difesa (5-3-2), offre due errori proprio in retrovia spianando la strada agli azzurri. Viviano, appena approdato in nazionale, non trattiene un colpo di tacco di Lavezzi e consegna a Mascara la palla del primo gol. Poi, la difesa felsinea completamente aperta lascia andare Hamsik e Lavezzi verso Viviano che blocca il Pocho con un fallo da rigore, ed è il raddoppio di Hamsik dal dischetto nel minuto di recupero del primo tempo. Fine della storia.
Nella ripresa, il Napoli si limita a controllare un Bologna che, pur cambiando volto (4-3-3), non ha la forza di ribaltare il risultato. Se non segna Di Vaio, nel Bologna non segna nessuno. Quattro i tentativi del cannoniere rossoblu, nella ripresa: una parata difficile di De Sanctis, fuori le altre conclusioni.
Il Napoli si è avventato sul match con una carica, una voglia e una intensità assolute. Fuori Cavani per squalifica, c’era da inventare un finalizzatore per il gol. Né Lavezzi, né Mascara, né Hamsik hanno ricoperto il ruolo. E’ apparso assurdo lo schieramento del Bologna. Tre difensori centrali contro nessuno. Due esterni di difesa preoccupati di bloccare Maggio e Dossena. Mundingayi a protezione della difesa. Il catenaccio bolognese è saltato ugualmente perché Maggio (una partita superlativa avanti e indietro) ha martellato il fianco sinistro felsineo riducendo alla disperazione Morleo, Dossena ha punto sull’altro lato, Lavezzi ha scorazzato ovunque disorientando i difensori rossoblu, Hamsik ha imbastito qualche buona combinazione, Yebda è stato concreto e soprattutto Pazienza ha distribuito il gioco con intelligenza e lanci geniali (ha avviato splendidamente l’azione della prima rete).
Il Bologna, di cui si temeva la superiorità a centrocampo con i tre in zona e i due esterni della difesa, è stato costretto ad arretrare sin dal primo minuto. Sotto il pressing alto degli azzurri, perdeva palla e si trovava sempre schiacciato nell’area di Viviano. Il Napoli ha aggredito l’avversario con una grinta, un ritmo, una risoluzione spettacolari. E’ stata una partita arruffata, non bella tecnicamente, ma ardente per merito del Napoli. Gli azzurri hanno voluto la vittoria di forza. Non far ragionare il Bologna, non dargli mai tempo di liberarsi del pallone, costringerlo nella sua metà campo. D’altra parte, la squadra di Malesani si schiacciava subito sia per la scelta in partenza del modulo difensivo sia per la pressione forsennata del Napoli.
Per quanto il Napoli era bravo a prendersi la palla, a toglierla ai bolognesi, a giocarla con buona velocità e ritmo, così la squadra azzurra senza Cavani aveva problemi a sfondare. Lavezzi era unica punta centrale per modo di dire, negato al ruolo dalle sue caratteristiche. Ma proprio questo ha mandato in crisi la difesa bolognese senza punti di riferimento e senza capacità di contropiede perché Yebda bloccava Mudingayi e Pazienza surclassava Ekdal, il centrocampista che doveva innescare Di Vaio.
Qualche incertezza di Ruiz, ma i lupi azzurri mostravano i denti in ogni zona del campo. Alla mezz’ora coronavano la netta superiorità atletica, di ritmo e di determinazione. Spettacolare lunga apertura di Pazienza da sinistra a destra per Maggio, cross basso dell’esterno azzurro, colpo di tacco in area di Lavezzi per far proseguire il pallone a vantaggio di qualche compagno. Sull’abile colpetto del Pocho, Viviano si distendeva in tuffo toccando appena il pallone che ingannava in controtempo Buscè e sul quale Mascara si avventava come un falchetto, gioioso di infilare il suo primo gol in maglia azzurra (30’).
Sbloccato il risultato, il più era fatto. Il Bologna non dava l’impressione di impensierire gli azzurri. Il raddoppio ridicolizzava il modulo difensivo rossoblu. Sul lancio di Ruiz, con la difesa bolognese avanzata in linea e con Moras che teneva in gioco, in splendida solitudine, Hamsik e Lavezzi al centro dell’attacco, era proprio una passeggiata andare in gol. Ma lo slovacco davanti a Viviano era indeciso e dava la palla a Lavezzi per infilarla in rete, e il Pocho perdeva l’attimo fuggente per farlo. Però su di lui piombava Viviano con un “blocco” da rigore. Perfetto Hamsik sul penalty (46’).
Con due gol di vantaggio, il Napoli gestiva il secondo tempo schiacciandosi. Il Bologna impiegava Meggiorini (46’ per Ekdal) per attaccare a tre punte con Paponi e Di Vaio. Il Napoli si attruppava chiudendo i varchi. De Sanctis rispondeva da par suo al tiro improvviso di Di Vaio (51’) e solo all’ultimo minuto doveva sventare una pericolosa conclusione di Rubin (86’). La vittoria azzurra non è stata mai in pericolo. Di Vaio mancava due buone opportunità (56’ e 81’). Lavezzi (64’) e Hamsik (70’) impegnavano Viviano. Il Napoli sprecava qualche contropiede frenandolo negli ultimi venti metri per tenere il possesso della palla. Nell’ultima mezz’ora Zuniga faceva rifiatare Mascara (60’), Gargano irrobustiva la difesa al posto di Hamsik (76’), Lucarelli rilevava Lavezzi stanchissimo (86’). C’è chi ricorda che, ventuno anni fa, il Napoli acciuffò a Bologna il suo secondo e ultimo scudetto.MIMMO CARRATELLI

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