Paradossalmente, in seguito ad una delle giornate più nere dell’anno, sono più tranquillo e sereno di qualche tempo fa. E’ scomparsa l’ansia di dover vincere ogni partita a tutti i costi e sapere che l’obiettivo potrà essere raggiunto anche amministrando e calcolando, mi calma. Abbiamo conservato lo stesso distacco dalle nostre dirette concorrenti, tornerà il Pocho e mancano solo quattro partite. Spero che questo sia lo spirito e il nuovo punto di partenza della squadra per affrontare i prossimi impegni. Senza patemi, senza angosce, non come ieri.
Al Barbera, il Napoli si squaglia come una cassata al sole e fornisce una tra le più inguardabili prestazioni. Difficile trovare il peggiore in campo. Tutti hanno giocato senza nerbo e la confusione è stato l’unico elemento che ha (s)collegato i reparti. A mio avviso, le critiche sono più che giustificate, soprattutto perché ci si auspicava la solita reazione dopo la batosta di domenica scorsa, ma il disfattismo che aleggia nell’aria lo trovo sproporzionato ed ingrato. Gli ultimi 180 minuti fortunatamente rappresentano solo le difficoltà normali che un giovane gruppo può incontrare durante una lunga stagione. La squadra è stata costruita per degli obiettivi e si è trovata, grazie ad incredibili risultati, a giocarsela per altri. Poi, credo che si sia giunti ad un limite oltre il quale non si è riusciti ad andare, per cui, tirerei una lunga riga e senza cancellare nulla, passerei oltre, guardando al presente per il prossimo futuro. Un presente che mi dice +5 dalla Lazio e +6 dall’Udinese. Un presente che può solo farmi ben sperare. Mi chiedo solo, in vista dei prossimi quattro impegni, quali dovranno essere le strade più giuste da intraprendere per non rischiare di perdere i frutti ottenuti dopo un campionato strepitoso. La sconfitta con i siciliani ha evidenziato contemporaneamente l’insieme dei nostri già noti limiti se vuoi giocarti il campionato, ma penso anche che dia la possibilità di apporre contromosse per non commettere gli stessi fatali errori e non perdere di vista il nostro reale scopo. In primis, non mi rammarico che Lavezzi abbia fatto la siesta su un gommone tempestato di diamanti, sono notizie che lascio agli amanti del gossip, mi cruccio invece del fatto che ieri non era in campo. Per l’ottava volta, ahime, devo ribadire che senza l’argentino, non giochiamo. E’successo praticamente sempre. Cavani ancora una volta è stato lasciato al proprio destino in mezzo ai difensori rosanero, ancora una volta ad Hamisik è mancata la balia, ancora una volta il centrocampo è stato costretto a fare ciò che non sa fare e ancora una volta l’azione è dovuta partire dai piedi non eccelsi dei nostri difensori. Fortunatamente sabato contro il Genoa tornerà. In secondo luogo, vorrei tanto che Marek avesse il carattere di Grava. Ieri, come gli capita spesso nelle partite che contano, è risultato un fantasma. Avrà toccato quattro palloni e, rimanendo sul tema del paradosso, ciò che mi ha dato più da pensare è che, nonostante il suo spettro vagasse per il campo, alla sua uscita, la manovra non è praticamente più esistita. E poi, senza Lavezzi, senza lo slovacco e con Cavani perso tra i difensori, chi avrebbe dovuto segnare? In terzo luogo, mi chiedo il motivo della esclusione di Yebda dall’undici titolare. In una stagione in cui sono stati impiegati solo tre centrocampisti, la scelta non poteva essere difficile. Gargano se non risolve i suoi problemi personali risulta più un danno che altro, per cui non mi capacito della estromissione dell’algerino. Yebda è il più in forma dei tre e mi auspico che d’ora in poi, sia inamovibile. Infine, Maggio. Mazzarri a fine partita era imbestialito. Dalle testimonianze di Lucarelli e Dossena all’aeroporto si è compreso che l’esterno destro è entrato in campo con un forte dolore al ginocchio, senza avvisare preventivamente il mister. Probabilmente, Mazzarri l’avrebbe impostata in un altro modo, adottando altre strategie, se l’avesse saputo prima. Sta di fatto, che ha dovuto sostituirlo con Zuniga che pure aveva problemi fisici.
Alla luce di ciò, invece di pensare ai colpevoli e ai responsabili di ciò che poteva essere e non è stato, io mi concentrerei molto di più sugli errori di queste due partite e cercare gli accorgimenti giusti per affrontare le prossime. La squadra è in difficoltà, ma siamo in ottima posizione. I punti “buoni”li abbiamo ottenuti in passato e non c’è più la tensione di dover vincere tutte le partite. Per cui, concentriamoci sul Genoa e sul nostro reale obiettivo che di futuro, limiti e mercato ne riparleremo alla fine. Quando avremo conquistato la matematica certezza che a settembre entreremo in campo il martedì o il mercoledì in mezzo a palloni stellati e quella musichetta tanto agognata. Ora, dipende tutto da noi. Andiamo avanti, senza patemi e senza angosce, non come ieri.
Io intanto continuo ad applaudire. Buona pasqua e Lodi a tutti.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
di Gianluigi Trapani