Con una partita semplice, ordinata, difesa attenta e verticalizzazioni con tre passaggi, solo qualche sofferenza nella ripresa, il Milan salta l’ostacolo di Firenze (2-1) e respinge l’assalto al vertice del Napoli che rimane tre punti dietro. Tutto sistemato nel primo tempo.
La Fiorentina è bella, ma non punge. Mammole, viole e violacciocche. Le manca Mutu, squalificato, il suo asso nella manica. Il Diavolo neanche sbuffa, neanche fa la faccia feroce. Gli basta assistere senza danni ai recami della Fiorentina, respingere i cross che piovono soprattutto da sinistra, dove danzano Vargas, Pasqual, Ljajic, chiudere senza grandi sforzi Gilardino, recuperare i palloni necessari e buttarli avanti verso Ibra e Pato. Il gioco è fatto.
La Fiorentina, con quel fiorellin di prato di Montolivo a profumare il centrocampo, ma più del profumo non produce, non ha grinta, se si escludono Santana e Vargas che hanno muscoli superiori. Al Milan manca Nesta, sostituito dal capellone colombiano Yepes.
Il Milan sornione, che sa aspettare l’occasione favorevole e ne sfrutta due su tre nel primo tempo, neanche sente la pressione del Napoli che, nel pomeriggio, l’ha raggiunto. Ha esperienza e solidità (gran lavoratori Seedorf, Flamini, Boateng, Zambrotta) per farsene un problema. Il problema è battere la Fiorentina. E non è neanche questo un problema. Vittoria rossonera di ordinaria amministrazione, già in gol dopo otto minuti con Seedorf, raddoppio in finale di tempo con Pato (41’).
Il rientro di Ibrahimovic si risolve in un vero disastro. Il pennellone svedese mette lo zampino nelle azioni dei due gol, ma per il resto sbaglia due reti (52’ e 54’), sbaglia gli appoggi e, nel finale, si fa ammonire (salterà il match con la Sampdoria) e addirittura espellere per insulti a un guardalinee (salterà anche la trasferta di Brescia: due giornate di squalifica sicure) lasciando il Milan in dieci negli ultimi otto minuti.
Evitando di andare a bersaglio per la terza volta (un altro gol fatto se lo mangia Pato dopo la rete di Seedorf), il Milan va in sofferenza nel finale di gara quando la Fiorentina ingrana finalmente e accorcia le distanze con Vargas (80’).
A dare vivacità ai viola nella ripresa ci pensa il robusto diciottenne del Senegal Babacar, con questo suo nome da Mille e una notte, in campo per Ljajic (46’), tutto lazzi e frizzi, il serbo di 20 anni, ma poco arrosto. Entra anche il kosovaro di passaporto svizzero Behrami (61’ per Donadel) per un secondo tempo più esotico. Il Milan regge.
Vargas, dpo il gol, sfiora il palo con un gran tiro oltre la traversa (81’). La Fiorentina non impegna mai Abbiati, battuto dall’unico vero tiro dei viola nello specchio della porta.
Il Diavolo esce un po’ sbuffando per le difficoltà del finale, ma non ha mai dato l’impressione di crollare. La Fiorentina gli aveva regalato tutto il primo tempo. L’ha punzecchiato nella ripresa senza mai spedirlo all’inferno.
di Mimmo Carratelli