Finito. Il campionato è finito. Fa uno strano effetto leggerlo, eh? Bè, pure scriverlo. Stamattina sembra tutto più silenzioso, ovattato. Già mi sento un po’ sola. E però, di quest’ultima di campionato, ci sono diverse cose che mi hanno fatta felice: la partita di Torino, giocata davvero, al di là di ogni previsione della vigilia dopo aver letto la formazione che sarebbe stata mandata in campo, l’aver visto la stessa voglia di sempre dei nostri nel giocare a pallone, un Santacroce da paura, il gol di Maggio, arrivato infine a chiudere un campionato strepitoso e a rendermi estasiata di gioia, una bella speranza riposta in Maiello (questo ragazzo crescerà, ne sono certa), conferme un po’ in tutti nonostante il calo fisico evidente.
Sono contenta del risultato pieno che ci fa chiudere la stagione a 70 punti tondi tondi, dell’Udinese che ha guadagnato i preliminari di Champions, anche se non ho seguito un attimo della partita contro il Milan e mi piacerebbe sapere se anche lì si è giocato oppure no. Sentire i tifosi napoletani, a fine partita, intonare ‘O surdato ‘nnammurat, poi, ha dimostrato una volta di più, se ce ne fosse stato bisogno, di che stoffa siamo fatti noi appassionati di calcio e di Napoli.
E forse è per questo che Marco ed io, alla fine della partita, abbiamo spento tutto e siamo andati a dormire, senza guardare un replay di un gol, un’intervista, una dichiarazione o una moviola. Diritti a letto, nonostante l’adrenalina post partita e l’assenza di sonno. È che proprio non ne posso più di sentire dichiarazioni stentate e leggere ipotesi folli su allenatori e giocatori. Sono stanca, il calo fisico e mentale ce l’ho pure io, mica solo loro. Vorrei si spegnesse tutto, vorrei potermi concentrare, per la prima volta nella mia vita, con tutte le mie forze solo sul calciomercato, voglio farmelo piacere, quest’anno, pur di non sentir parlare di altro, pur di immaginare di poter costruire una squadra che l’anno prossimo possa farci sognare tre volte a settimana. Voglio studiare i profili biografici e calcistici di tutti i papabili che potrebbero essere acquistati dal Napoli ma non voglio una parola in più su Mazzarri e De Laurentiis.
L’unica speranza che abbiamo per vivere una buona stagione, da settembre in poi, è che Walter resti, non ci sono santi. E se se ne andasse, la paura di veder rompersi tutto mi paralizzerebbe le ginocchia e gli ingranaggi del cervello impedendomi di scrivere ancora di questo calcio. Ieri mi ha chiamata mia zia (nonché compagna di abbonamento) disperata: “Come faremo adesso che finisce il campionato? Come facciamo senza stadio e senza partite in tv?”. Marco ed io ci eravamo già studiati la situazione, perciò l’ho rassicurata: sono solo 38 giorni senza calcio, dobbiamo resistere solo a quelli, poi, dal primo luglio, ci gustiamo una bella Coppa America con Lavezzi, Cavani, Gargano, Zuniga e tanti altri meravigliosi campioni, un calcio caldo ed appassionato per tutto un mese.
Ad agosto, oltre al mare, ci allieteranno i preliminari di Europa League e quelli di Champions, poi in un attimo sarà il 25, con il sorteggio in cui sapremo che squadre ci toccheranno in sorte in Europa e il 27/28 ritorneremo a vivere. Ce la possiamo fare, si può sopravvivere. In mezzo, la speranza di lasciarsi andare a quante meno chiacchiere possibili e concentrarci sulle cose serie, sulla costruzione di una squadra che, quest’anno, al di là di ogni ipotesi ed aspettativa ci ha regalato la Champions, figuriamoci con un po’ di lungimiranza e di impegno acquisti in più cosa potrebbe fare. Insomma, si può sopravvivere, se si usa la testa. E Forza Napoli. Sempre.
Ilaria Puglia
Facciamoci forza, sono solo 38 giorni senza calcio
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