Ho avuto un incubo. Ad occhi aperti. E non c’entrano né Mazzarri, né De Laurentiis, né i rinnovi di contratto, né il mercato. Bensì me lo hanno indotto due parole che in questi giorni tornano spesso alla mia attenzione: Champions League e Juventus.
Sommando i fattori in maniera diversa dal solito, mi è corso un brivido freddo lungo la schiena. Ovvero, quando ho messo a fuoco che corriamo il rischio di assistere all’insperata qualificazione in Champions dei bianconeri proprio nell’ultima di campionato contro di noi, mi sono tremate le ginocchia.
Già ci è capitato l’anno scorso con la Samp, quindi dovrei esserci abituato. Ma l’idea di vedere l’Olimpico di Torino in giubilo, l’invasione di campo, la sbandierata e Del Piero che si arrampica sulla traversa, mi fa veramente male.
Distratti dalla querelle-Mazzarri e dai suoi contorni di voci, spifferi, malelingue, veleni, arguizioni e contro-deduzioni, stiamo sottovalutando una piega tragicomica che potrebbe prendere il finale di campionato. Il Napoli vanta la matematica qualificazione in coppa Campioni, e gli bastano uno, due o massimo tre punti (a seconda di cosa fanno le inseguitrici) in tre partite per assicurarsi l’accesso diretto alla competizione. Se tutto va come deve andare, all’ultima di campionato il risultato è già in cassaforte.
La Juve, invece, si trova non solo ad aver riaperto le sue chance per l’Europa che conta, ma anche ad essere la quasi-preferita. Gli zebrati, soprattutto in virtù dei due blitz capitolini, distano ora solo 4 punti dalla quarta. E’ vero che davanti in classifica hanno tre squadre (Roma e Udinese + 3, Lazio + 4), ma è altrettanto vero che il calendario li vede favoriti. Perché? Leggiamo insieme il programma degli ultimi tre turni.
Dunque, domenica prossima Lazio e Udinese si affrontano in una sfida in stile Highlanders: ne rimarrà una sola. E se pareggiano, c’è il rischio che non ne rimane neanche una. La Roma, invece, (che già non è in gran spolvero, e che per di più ha perso De Rossi e Perrotta) gioca contro il Milan lanciato verso il Tricolore. Ok, pur ponendo che, anche in nome del gemellaggio, diavoli e lupacchiotti si vogliano accordare per il pari, rimane che la Juve ospita in casa il Chievo (già salvo), contro il quale ha ottime possibilità di vincere. Ne consegue che il suo distacco dalla quarta posizione potrebbe risultare assottigliato e la classifica ulteriormente contratta.
La giornata successiva è interlocutoria, dal momento che tutte le squadre interessate hanno sfide sulla carta abbordabili. La Lazio (sempre sull’orlo di una crisi di nervi, figuriamoci se viene da una sconfitta al Friuli) ospiterà il Genoa, l’Udinese va a Verona, la Roma vola a Catania (questa, per la verità, sembra la sfida più delicata) mentre la Juve gioca a Parma.
Sulla carta, si diceva, potrebbero vincere tutte e quattro lasciando la sfida quarto posto aperta per l’ultima di campionato. O magari qualcuna incespica e la classifica cambia ancora.
Arriviamo all’ultima. Roma e Lazio, confrontandosi rispettivamente con Samp e Lecce, giocheranno partite vere contro squadre che dovranno puntellare o assicurarsi la permanenza in massima serie. L’Udinese ospiterà in un'”amichevole di prestigio” il Milan e la Juve… lo sappiamo bene!
Tirando le fila del discorso, si sono create le condizioni, del tutto insperate fino a qualche settimana fa, perché quella del 22 maggio sia una gara ricca di significato non per noi, ma per loro. Oltretutto con la seria possibilità di ritrovarci da un lato un Napoli che non ha nulla da giocarsi se non l’onore, e dall’altro lato una Juve che ha bisogno più che mai della vittoria per salvare la stagione e raggiungere un obiettivo che, pensando a settembre (quando i bianconeri miravano allo scudetto), è il minimo dovuto, ma riferendoci a marzo (quando gli zebrati risultavano fuori dai giochi anche per la Europa League), è un vero e proprio miracolo.
Alla luce di questo scenario, noi Napolisti abbiamo due possibilità. La prima, la nefanda, è che dovremo tollerare i festeggiamenti juventini sulla nostra pelle. La seconda è che, se il Napoli ripete un’impresa come quella contro il Milan del maggio ’08 (quando, battendoli pur senza bisogno di vincere, li lasciammo fuori dalla Champions) la nostra rivalità con la Juventus, che è già un vero e proprio scontro di civiltà, si arricchirebbe di un nuovo, esaltante capitolo.
Roberto Procaccini
Juve-Napoli, non vorrei fosse la loro festa Champions
Roberto Procaccini ilnapolista © riproduzione riservata