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L’incontro di Teano Mazzarri-De Laurentiis

Ci mancava solo Quagliarella. Che ad un anno di distanza ci spiega perché è andato alla Juve. Quali trame sono state ordite contro di lui. Quali malvagità ha subito dalla società. Quali ingiustizie ha dovuto sopportare.
Francamente non vedo a chi possa interessare il ruolo di ermeneuta a fronte delle sue esternazioni a scoppio ritardato.

Non credo che Quagliarella sia una vittima. Né un traditore. E nemmeno un fuoriclasse. Ma semplicemente un buon calciatore. Voglio ripetere quanto dissi in altra occasione.
«Non esistono giocatori incedibili. Lo dimostra l’andamento del calcio mondiale. Ed i motivi per cedere un giocatore possono essere sostanzialmente di tre ordini. Di ordine economico. La società è in difficoltà di bilancio Di ordine tecnico. Il giocatore mal si adatta agli schemi previsti dall’allenatore. Di ordine caratteriale. Il giocatore, per un qualche motivo , non lega con il tecnico e/o i compagni. O, peggio ancora, litiga con il tecnico e/o i compagni.»
Tant’è. Ed il discorso è chiuso . Se poi lo stabiese ha bisogno di vetrine dopo un periodo mediaticamente buio a causa del malaugurato infortunio cerchi altri palcoscenici. Altri copioni. Altro pubblico. Con gli auguri di buona fortuna che sempre rivolgiamo ad un figlio della nostra terra che si fa onore lontano. Qui però abbiamo altri problemi.
Siamo tutti in spasmodica attesa dell’esito dell’annunciato ( ma non ancora avvenuto) incontro a Teano tra Vittorio Emanuele – De Laurentis e Garibaldi – Mazzarri.
Che cosa si diranno? Boh. Provo ad immaginarlo. Non credo più che il toscanaccio abbia già un accordo con un altro club. Né penso che voglia scegliere per un anno la via dell’esilio. Lontano dalla patria-panchina. Forse Garibaldi- Mazzarri spiegherà che i suoi mille hanno compiuto una grande impresa. Ma che sarebbe pia illusione aspettarsi il bis. I mille non bastano più da soli. Magari Garibaldi – Mazzarri parafrasando Bixio dirà “Maestà qui o si fa la squadra o si muore.” Immagino che Vittorio Emanuele – De Laurentiis gli dica «Il nostro paese, piccolo per territorio, acquistò credito nelle Coppe d’Europa perché grande per le idee che rappresenta, per le simpatie che esso ispira. Questa condizione non è scevra di pericoli, giacché, nel mentre rispettiamo i bilanci, non siamo insensibili al grido di dolore che da tante parti di Napoli si leva verso di noi! »
Cioè in buona sostanza sua maestà Vittorio Emanuele – De Laurentis spiegherà che le casse del regno non sono floride. E che le uniche risorse di cui può disporre sono quelle derivanti dall’impresa dei mille. (Corsi e ricorsi storici?) Basteranno a tranquillizzare il generale? Speriamo di saperlo a breve. Certo che non ci sia un Cavour con la sua abilità di grande tessitore di diplomazia complica un po’ le cose.
Guido Trombetti

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