ilNapolista

Chi può scommettere contro il Napoli?
Un camorrista, appunto

Napoli – Parma del 2010 è stata una combine? E’ un sospetto e probabilmente non sarà mai più di questo.
Cosa ci faceva Lo Russo jr. a bordo campo? Sappiamo che qualcuno gli ha fornito un accredito da giardiniere: se poi il rampollo della mala stesse lì per ordire trame oscure, o solo per scroccare una partita niente-popò-di-meno-che a un soffio dai giocatori azzurri, non è dato saperlo.
Tante incertezze sul coinvolgimento del Napoli nelle inchieste di Calciopoli bis. Incertezze sulla madre delle partite incriminate, quella contro gli emiliani; veri e propri misteri intorno alle sfide contro la Samp (sempre del ‘09-’10) e contro il Lecce (di questa stagione), gare tirate in ballo ma circa le quali non si sa niente. Quali sono gli indizi, se non le fonti di sospetto, che turbano gli inquirenti? Boh, è ancora ignoto.
In tanta bruma, però, un dato certo c’è. Quel 10 aprile 2010, tra il primo e il secondo tempo di Napoli – Parma, qualcuno riconducibile agli scissionisti di Scampia si è preso la briga di andare a scommettere sulla vittoria dei ducali. Lo racconta un’informativa dei carabinieri, la quale raccoglie le indiscrezioni di un confidente, lo stesso che segnala per primo Lo Russo jr. al san Paolo, indicazione poi dimostratasi veritiera.
Match truccato o spiccato intuito di chi ha capito in anticipo che la sfida era ancora aperta? Cambia poco per arrivare alla prima e inconfutabile conclusione: i camorristi sono delle lote. Non è che non amano Napoli nel senso lato del termine, ma è che proprio non ce la fanno, è più forte di loro: nel dna mafioso il proprio arricchimento passa per il danneggiamento della città.
E ci voleva il calcio per dimostrarlo? No, certo, ma è un’altra bella testimonianza a favore della tesi. Quando ero piccolo e accompagnavo mio padre a giocare la schedina, il Napoli si dava vincente, e basta. Tutt’al più, se gli azzurri erano impegnati in campi particolarmente ostici, si aggiungeva l’x. Ma dalla vittoria non si prescindeva. Il concetto era chiaro e non c’era bisogno di spiegarlo. Da un lato era una questione scaramantica, perché si trattava di evitare energie negative sul ciuccio; dall’altro una questione intima, d’amore: quand’anche noi avessimo indovinato la sconfitta del Napoli, ma che c’era da essere contenti?
Non abbiamo mai vinto niente al Totocalcio, e la cosa potrebbe dimostrare che tanto romanticismo non si concilia col gioco d’azzardo, ma per lo meno avevamo la coscienza a posto.
I camorristi invece hanno qualcosa che non va. Perché non riescono a fare niente senza offendere Napoli, senza calpestarne i sentimenti e senza danneggiare i napoletani stessi.
Prendiamo un esempio di altro genere: le devastazioni ambientali. Quando i manager delle grandi compagnie petrolifere pianificano trivellazioni ed estrazioni nel delta del Niger, possono stare sereni: loro vivono negli States o in Inghilterra, mica in Nigeria. Tony Hayward della British Petroleum aveva voglia di chiedere scusa per il tracollo della piattaforma nel golfo del Messico, tanto lui è inglese, mica abita sulla costa della Louisiana.
Invece i camorristi, nell’amoralità di certe scelte, non sanno neanche tutelare non dico le proprie comunità, ma almeno le proprie famiglie e la propria persona. Una volta infiltratisi nel settore rifiuti, non si sono detti “vabbé, i camion di scorie ora vediamo come seppellirli in Montenegro”. No, le hanno seppellite in Campania, nelle cave e nei campi, intorno ai loro paesi e alle loro case, avvelenando il territorio nel quale vivono loro per primi. Una mancanza di lungimiranza imbarazzante, un egoismo eclatante, roba che a voler applicare il darwinismo sociale alla lettera se ne dovrebbe supporre a breve l’estinzione.
E qui torniamo al calcio, dove le mancanze appena descritte si indirizzano simbolicamente a Napoli su un piano astratto. Chi può avere il coraggio di scommettere sulla sconfitta degli azzurri nel match che li può avvicinare alla Champions dopo vent’anni? Chi può farlo a gara in corso con il Napoli in vantaggio? La quota sarà stata ottima, ok, ma chi antepone una vincita personale a quella della squadra della propria città?

Un camorrista, per l’appunto.

ilnapolista © riproduzione riservata