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Vedi Napoli e poi muori.
Oggi più che mai

Ho discusso per ore. Letto di tutto. Ascoltato di più. Girato per la città. Anche di notte, intercettando i camion destinati alla raccolta per la spazzatura, seguendoli e appostandomi dietro un albero, vicino ad un muretto, a guardare il loro modo di procedere. Ieri sera via Salvator Rosa era devastata. Sono arrivati con il Robot. Erano tre: uno degli addetti fumava pure una sigaretta mentre toccava quel cassonetto che faceva orrore solo a guardarlo.Il percolato colante dalle ganasce del robot mi ha provocato un conato di vomito represso per l’attenzione dovuta all’avvenimento. Arriva una macchina della Polizia Municipale a pregare gli addetti di spostare i rifiuti dal centro della strada di via Conte della Cerra, dove erano stati rovesciati i cassonetti, ai bordi delle strade, in attesa dei camion previsti per la raccolta notturna (arrivati poi intorno alle 3 del mattino). Il percolato favoriva lo slittamento delle ruote sulla strada: motivo fondamentale per intervenire. Uno scempio. La gente per strada, o ai balconi, arrabbiata, facce nere, quando non disperate, non perché è estate e fa caldo e allora ci si ritrova agli angoli delle strade a far due chiacchiere o si porta sotto il palazzo una sedia di vimini per prendere il fresco della sera, ma per aspettare i camion e pregarli (pregarli) di intervenire anche sotto casa loro. E quando il camion arriva i bambini, scesi pure per strada, che urlano “evviva, si portano la spazzatura”. Una finestra serrata sopra un cumulo di spazzatura che arriva al primo piano. Dopo l’intervento del camion e del robot si apre un’anta, poi uno spiraglio in più. Ne affiora un viso di vecchio, poi un corpo. Ossa magre e tremanti coperte da un pigiama vecchio stile che mi ha ricordato il mio bisnonno: poteva finalmente aprire la finestra. Magari era anche un po’ più felice. Silenzio. Silenzio surreale ovunque. Nero. Nero pece e spazzatura. Puzza di trielina gettata alla meglio su ciò che resta di cumuli portati via, ratti e blatte che scappano quando viene tolta loro tutta quella protezione. Ci stanno uccidendo. Ci uccideranno. Mi dispiace,ma non ci perdo un attimo di più. Tutta la mia forza ed il mio impegno sarà rivolto a rendere impossibile ai miei figli di toccare qualsiasi cosa per strada, per evitare loro il colera o il tifo. Aiutarli a sopravvivere fino a quando potranno abbandonare questa città. Perché non c’è speranza. Perché siamo divisi in una faida in cui è ormai impossibile parlare, confrontarsi, discutere civilmente, perché se ne fa una bandiera, ma poi di che? Di tutta la munnezza che ci ricopre? È colpa di De Magistris, no, colpa di Bassolino, no, della jervolino, no, di Berlusconi. E spiegatemi: che differenza fa? Vi sentite meglio? Non la respirate anche voi quest’aria? Non camminate anche voi sul percolato? Poveri noi… Il presidente della Conferenza delle Regioni ha dichiarato la disponibilità di tutte le regioni ad accogliere la nostra spazzatura, purché il governo convochi la Conferenza e dichiari lo stato di emergenza. De Magistris risponde che non vuole, perché sennò sarebbe costretto a piegarsi a Berlusconi. Berlusconi non aspetta altro che di essere pregato. D’altra parte lo aveva detto: se perdiamo le elezioni a Napoli, Napoli non avrà più speranze. Sembrava un monito, in realtà era una minaccia. E lui è sempre stato un uomo di parola. Le collusioni sono ovunque e non solo ai massimi livelli, e neanche ai medi, come quelle denunciate dal Sindaco nelle sedi opportune, intendo. Le collusioni sono per le strade, nei quartieri, in quei gruppi di persone a volto coperto che rovesciano i cassonetti e scappano via, accanto a quelli che lo fanno per protestare (e perché non hanno altra scelta), ci sono anche quelli che lo fanno per intimidire. Perché se io voglio fare una protesta, rovescio i cassonetti a volto scoperto e mi metto là di piantone fino a quando non vengono a rimuoverli. Perché se ho il coraggio di fare una protesta così, poi accoppo il primo vigile che mi dice che è sbagliato farlo, anzi, glie la faccio mangiare, quella monnezza. Quelli collusi a questi livelli, mi dispiace, non ce li toglieremo mai dalle balle. Perché i poliziotti nelle strade, i commissariati, sanno tutti chi sono, ma nessuno interviene. Assistono a queste scene di guerriglia notturna e restano lì impassibili a guardare. E collusioni così, Luigi, caro Sindaco, non possono essere sconfitte se non dai cittadini stessi. Ma se io scendo in strada e mi metto a contrastarli mi becco una pallottola nello stomaco e nessuno che mi difenda. E io non voglio morire da eroe. Perché qui a Napoli se ne fregano tutti, la verità è questa. Perché se avessimo un minimo di coscienza civile scenderemmo in strada tutte le notti, armati di spranghe, magari. Perché non c’è niente che nessuno possa ancora insegnare al nostro popolo. Non siamo adatti. Siamo fatti solo per morire. E piangere. Chiagn e fott. Mi perdoni Bracale per come lo scrivo.

Io non credo davvero ci sia altra possibilità che l’intervento dell’esercito. Neanche mi va di raccontarvi tutte le proposte – interessanti ed intelligenti – ricevute sulla differenziata. A chi interessa? Chi le attuerà? Il Comune può solo fare la differenziata. Ma poi è la Regione che deve indicare i siti di smaltimento, insieme alla Provincia e non c’è alcuna indicazione. Poi ci sono le responsabilità a livello nazionale. Io prego Dio, il mio, che ci mandino l’esercito. Non mi interessa se poi dopo dovremo ringraziare Berlusconi. Francamente non fa alcuna differenza per me. Ringraziare Berlusconi vorrebbe dire avere ancora la possibilità di parlare. Perché se non interviene l’esercito, qua, a Napoli, si muore. Vedi Napoli e poi muori. Mai detto fu più azzeccato di così.
di Ilaria Puglia

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