Gokhan Inler è un giocatore del Napoli. Finalmente. Lo svizzero è stato presentato alla stampa con una bella maschera da Re Leone dichiarando: “voglio lo scudetto, la Champions e la Coppa Italia”. Ok, sono le dichiarazioni del caso.
I discorsi sull’amore, i baci, la pizza, Totò e Troisi non voglio commentarli, ma mi ha fatto effetto sentire quel “voglio”. La campagna abbonamenti e quella per la Coppa Campioni si stanno avvicinando ed è sensato alimentare l’euforia, ma da quanto tempo non si sentiva, in sede estiva, un calciatore presentarsi con quelle paroline magiche in bocca? Scudetto, Champions e Coppa Italia?
Inler è esattamente ciò che cercavamo. Le critiche più feroci delle scorse stagioni, in merito al centrocampo, sono state incentrate sulla incapacità di far girare il pallone e verticalizzare, visto che la quantità doveva essere la prima prerogativa. Ora si è aggiunta un buona dose di qualità sulla linea mediana, senza risentirne sul piano della forza fisica, e chissà se è finita qui… Dzemaili dovrebbe essere il suo compagno di reparto (oltre che in nazionale) nella squadra titolare, o forse Gargano se non verrà ceduto ma, sta di fatto, che il più grande vuoto o limite dovrebbe essere stato colmato. Ed è normale che immediatamente il pensiero travalichi il tempo e si sposti alla fine del mese di agosto e alle meravigliose speranze che questa stagione potrebbe concretizzare in realtà.
Sogno, sogno, e non importa se l’orologio svizzero ha scandito quei traguardi, che d’estate erano proibiti anche solo da pensare, per motivi di convenienza o interesse, io davvero sogno. Perché la squadra, già messa così, con quell’88 piazzato lì in mezzo, mi ha già regalato un sollievo. E per farci continuare a sognare, oltre alle ulteriori manovre che si prospettano, soprattutto in attacco, il vero obiettivo dell’attuale pazzo calciomercato è la riconferma del trio.
A mio parere, almeno per quest’anno, la miscela sciorinata dai tre tenori non deve essere modificata. Le alchimie che hanno raggiunto sono da prima della classe e lo dimostra il loro penare in nazionale. Il Pocho, a supporto di Messi e Tevez(seconde punte come lui), non tocca palla(se non sulla linea laterale), Cavani, in mezzo ad altre due prime punte, ne tocca la metà di quelle di Lavezzi. Invece le loro caratteristiche così differenti e la chimica che si è creata ne fa una coppia formidabile, e non so quanto esplosiva se si separassero. Hamsik invece completa l’opera con la sua classe e probabilmente dei tre, è il più indipendente. Il trio come la 10 non si tocca.
I sogni sono nel cassetto, ora togliamo gli scheletri dall’armadio. Lo voglio!
Forza Napoli Sempre
Gianluigi Trapani