ilNapolista

Saltellare non mi dà alcuna garanzia

Com’è strano il cervello umano. A volte si attacca a una singola frase, inflessione dialettale o tono di voce, atteggiamento o posa, anche spirituale. Ieri non l’ho vista la presentazione della squadra da Dimaro. È che, pur amando follemente il Napoli ed il calcio e pur osservando una dieta vegetariana da ormai due mesi (gli orari assurdi della Coppa America mi hanno permesso soltanto di annoiarmi con il Brasile), preferisco il calcio giocato, quello in cui c’è l’arbitro che fischia ed una partita che inizia e che, alla fine, fornisce un risultato certo ed indiscutibile, almeno sulla carta.
È che non mi piacciono gli spettacoli fuori dal campo, ecco perché tanto spesso non condivido le esternazioni del Presidente. Come direbbe un mio amico: “votta a faticà ‘ncopp ‘o campo, prima, che poi se ne parla”. Per carità, immagino sia stata una presentazione spettacolare, appunto, anche perché stamattina il web è invaso da commenti esaltati sul saltellìo di Marek contro i rossoneri, manco avesse firmato un contratto a vita con il Napoli. Per quanto mi riguarda sono certa che Hamsik resterà con noi, come gli altri due tenori. Certa. Ma non potrei ugualmente basarmi su un saltellamento accennato di fronte ai tifosi per averne completa garanzia. Non dimentico le parole di Quagliarella quando indossò per la prima volta la maglia azzurra, per esempio, o quando dichiarò amore eterno ai tifosi della Curva. Né dimentico quelle di tanti altri giocatori che hanno dichiarato di restare sempre con quei colori indosso e poi hanno seguito il conto in banca come, secondo me, è assolutamente legittimo e giustificato che sia. Ero possibilista anche relativamente alla questione Inler e non certo perché non aveva esultato ai tempi del gol con cui aveva battuto De Sanctis. Il fatto è che la natura delle cose e del mondo è opinabile e questo mi diverte pure un po’. Se a gennaio (o prima), per esempio, Marekiaro dovesse andar via non ce l’avrei con lui. Sarei profondamente dispiaciuta, ma non riuscirei ad essere arrabbiata con lui. Non gli darei neppure del traditore, per quel saltellio. Resta la maglia, no? Chiunque la indossi, è quella la cosa importante. Insomma, allo stadio, la stagione passata, una volta non ho saltato al coro “chi non salta bianconero è”, mi faceva male un piede e non ce l’ho fatta. Ora mi chiedo: cosa mai avranno pensato di me i miei vicini di abbonamento? E Forza Napoli. Sempre.
Ilaria Puglia
(foto napolimagazine)

ilnapolista © riproduzione riservata