Legittima e ruggente reazione di Mazzarri contro la Santa Inquisizione dei media che l’hanno messo in croce per la sconfitta di Verona attribuendola in gran parte allo sconvolgente turn-over, sette nuovi innesti, con cui il tecnico ha affrontato il Chievo.
Siamo stati dello stesso parere premettendo che, nel caos di Verona, Mazzarri non ha avuto però fortuna. Gli stava riuscendo il colpo di portare via almeno un punto quando l’errore di Fideleff (bravo fino a quel momentaccio) ha consegnato a Moscardelli la palla dell’1-0.
C’è però da dire che il Napoli, per niente impegnato nel primo tempo, stava cominciando a subire, nella ripresa, una più coraggiosa iniziativa del Chievo e i due giovani terzini azzurri erano visibilmente provati e forse in calo di concentrazione cominciando a sbagliare.
Nessuna contromossa poi all’ingresso di Moscardelli (uno a pressargli addosso che non fosse Gargano, spompato da una gara a tutta birra). Dopo che Mazzarri mandava in campo Cavani, Di Carlo invece inseriva Mandelli per marcare a uomo il Matador negli ultimi otto minuti con gli azzurri confusamente avanti (Fideleff attaccante aggiunto per possanza fisica e altezza, 1,88). Sarebbe stato meglio che Cavani e Hamsik entrassero a inizio di ripresa allarmando subito il Chievo e che, al posto di Inler, fosse impiegato Cannavaro togliendo uno dei due giovani difensori.
Mazzarri dice di avere fatto la formazione d’accordo con i preparatori e lo staff medico che gli hanno segnalato gli azzurri più affaticati da far riposare. Il guaio è che, fra i sostituti, Mascara e Pandev sono apparsi … affaticatissimi e di Dzemaili non si sa che cosa pensare, se fosse affaticato o solamente fuori partita, e Santana si batte, ma confusamente.
In ogni caso, la formazione iniziale di Verona è apparsa un azzardo esagerato (zero tiri nello specchio della porta) e ha incoraggiato il Chievo ad osare nel secondo tempo.
Tornando al detto “meglio l’uovo oggi che la gallina domani”, sarebbe stato più comprensibile che la formazione migliore giocasse a Verona per tre punti “sicuri” e il turn-over scattasse contro la Fiorentina di scena, comunque, al San Paolo, cioè in condizioni più favorevoli agli azzurri.
Col turn-over “capovolto”, come Mazzarri ha deciso, ora abbiamo i titolarissimi impegnati contro i viola tre giorni prima di affrontare il Villarreal martedì. A questo punto, sfugge la logica delle decisioni del tecnico (e sabato andremo a Milano contro l’Inter nuova-vecchia di Ranieri).
Mazzarri dice di essere stato massacrato alla prima sconfitta. Non è stata la prima “botta” a farlo massacrare dai media, ma la convinzione degli stessi media che il Napoli, messo in campo diversamente, avrebbe potuto far risultato a Verona, partita “da vincere”, almeno sulla carta, più del match maggiormente insidioso contro la Fiorentina. Meglio i tre punti subito a Verona e poi con i toscani anche un pareggio sarebbe stato accettabile.
Queste, ovviamente, sono considerazioni di noi gazzettieri, mentre Mazzarri ha il polso della situazione e ne sa più di noi. Ci mancherebbe!
Anche l’anno scorso, puntando a vincere a San Siro col Milan, Mazzarri si giocò male la qualificazione col Villarreal tre giorni prima, fallendo in Spagna e poi a Milano. Perse cioè l’uovo e la gallina. Tale precedente non ha ammonito il tecnico azzurro a regolarsi diversamente in quest’altra occasione.
Fatti salvi i grandi meriti di Mazzarri nei successi del Napoli, coronati dal terzo posto e dalla qualificazione Champions, c’è però da dire che, in certi frangenti, il tecnico sorprende e alla fine delude.
Ora la sua buona sorte, molto presente l’anno scorso, per ripagarlo della “beffa” di Verona deve regalargli le vittorie su Fiorentina e Villarreal e così si spengono le polemiche, finiscono le perplessità e la Santa Inquisizione dei media avrà il fatto suo (con gioia).
Mazzarri si è detto orgoglioso del can-can per la prima sconfitta perché dimostra che il Napoli è diventato “una cosa importante” se, al primo stop (evitabilissimo), si è fatto tanto chiasso e l’allenatore è stato massacrato. Ha sottinteso, e in questo siamo d’accordo, che il Napoli è diventato “una cosa importante” con lui in panchina. Però Mazzarri non può arrivare a sfidare le semplici “leggi” del calcio con strategie inconsulte. E’ vero che sono i calciatori a vincere o a perdere in campo. Ma la sconfitta di Verona, con tutta la stima e la simpatia per Mazzarri, ha avuto una sola “firma” in calce. E non è quella del giovanissimo Fideleff.
Mimmo Carratelli