Diciamolo subito, non vogliamo esaltarci, ma qui siamo tutti più Allegri. Le tre sberle dell’immenso Matador hanno trasformato l’attesissima super sfida col Milan in uno spassoso spettacolo che probabilmente nemmeno trentadue denti in bella mostra sarebbero riusciti ad esprimere. La contentezza e la felicità che ieri noi tifosi abbiamo vissuto nel tanto temuto esordio stagionale al San Paolo perdura anche ora, in questa piovosa notte insonne ed ancora adrenalinica.
Sì, siamo Allegri per una serie infinita di motivi. Prima di tutto perché il Napoli è riuscito finalmente a vincere strapazzando l’incerottato Diavolo, che già di per sé fa godere, confermando che le mirabilie inglesi di qualche giorno fa non sono nate dalla casualità. L’inizio è stato difficile, come tutte le volte che abbiamo incontrato formazioni blasonate e in particolare il Milan, ma, in questo caso, non ci siamo lasciati sgonfiare per poi morire, come è accaduto nel recente passato. La squadra ha infatti immediatamente reagito al bel gol di Aquilani e poi, con pazienza e forza, ha lasciato il possesso della palla agli avversari, attendendo il momento giusto per colpire con fiammate improvvise, sino a ribaltare il risultato e vincere o stravincere tra gli olè del pubblico ormai in festa almeno mezz’ora prima del fischio finale. Ma siamo Allegri anche perché questo gruppo si sta comportando sempre più da “squadra”, mostrando grande solidità e spirito di sacrificio. Vedere i tre tenori, e soprattutto l’alieno, tornare ad aiutare i compagni in difficoltà, mentre i Pato e i Cassano passeggiavano nervosamente e distratti sulle linee laterali, senza desiderio né fame, credo sia molto indicativo su quelle che sono le motivazioni e la voglia di arrivare. E poi dobbiamo essere Allegri per forza se nella nostra formazione gioca un certo Inler. E’ sempre più chiaro che il contributo dello svizzero sia il vero valore aggiunto di questa stagione. Dei piedi felpati, l’equilibrio, la fisicità, l’ordine e della costruzione della manovra beneficiano tutti e in particolare il tanto criticato Gargano, autore di un’altra prestazione superlativa dopo quella di Manchester. Il piccolo uruguaiano di fatto può finalmente giocare in quello che è il suo ruolo naturale, senza dover preoccuparsi di creare o inventare soluzioni non alla sua portata(anche se si è esibito in inusuali e precisi cambi di gioco), ma solo correre e contrastare, contrastare e correre. E in questo, secondo me, Walter non è inferiore a nessuno. Ma Allegri siamo anche per le chiusure del sorprendente Aronica, per i soliti miracoli di De Sanctis, per la grinta del ristabilito Campagnaro, per l’incontenibilità di Maggio e soprattutto(lo dirò sino alla noia) per le riserve ben più affidabili, oltre che per la presenza sulla nostra panchina del miglior tecnico italiano(lo dirò sino alla nausea). E sempre Allegri siamo anche per una questione prettamente di numeri. Dopo due giornate di campionato siamo in testa alla classifica a sei punti, con Milan, Inter, Roma e Lazio a meno cinque, il miglior attacco (6 gol) e l’alieno(che, a detta di molti, non sarà in grado di ripetere l’exploit dello scorso anno) già in testa alla classifica capocannonieri con le tre gemme di ieri sera. E infine siamo Allegri per i nostri avversari. Per Galliani che tanto s’è vantato di aver fermato Messi, dimenticando la regola del 3 del Matador; per il nervosismo di Nesta che preso dallo sconforto s’è messo a fare il Boateng; per il dito di Aquilani che gira e rigira da qualche parte sarà finito; per la faccia sconsolata di Abbiati e per quella che non ho visto, ma di certo mesta di Gattuso; per le azzeccate previsioni del simpatico professor Sacchi; e soprattutto per lui. Cosa darei per intervistare il mister rossonero. Ecco, per tutti questi motivi noi da ieri siamo molto più Allegri…hihi.
D’accordo, siamo alla seconda giornata, non esaltiamoci…ma come si fa?
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
di Gianluigi Trapani