Dopo 10 gare ufficiali, il Napoli si ritrova a ridosso delle prime in campionato ed è in piena corsa per una qualificazione agli ottavi di Champions, insperata alla vigilia. In queste 10 partite, lo zio Walter ha fatto ruotare quasi tutti gli azzurri che fanno parte della rosa, ed anche ieri, a Cagliari, ben quattro “titolarissimi” sono partiti dalla panchina. Ma se per l’attacco e per la difesa la buona duttilità dei nostri calciatori ha dato ampia scelta al nostro mister (buono l’esordio al centro della difesa di Fernandez), per il centrocampo, il discorso cambia radicalmente. Gli infortuni di Britos e Pandev, le difficoltà fisiche di Grava e Lucarelli e i viaggi e le fatiche dei nostri nazionali hanno rappresentato problemi relativi nel corso di questo inizio stagione. Col turn-over si è sempre cercato di dosare le forze e di evitare infortuni che poi avrebbero potuto incidere negativamente sul prosieguo e i vari Campagnaro, Santana, Mascara e lo stesso Aronica c’hanno comunque messo una pezza nel momento del bisogno. Con questo modulo, i due giocatori per ruolo, non rappresentano una garanzia assoluta. Ma averne sei per la difesa , sette per l’attacco e tre(più Aronica) per le fasce che sappiano adeguarsi anche in ruoli non proprio consoni alle proprie caratteristiche, non ha mai destato problemi di formazione. Da ieri (e non solo da ieri) però, una domanda nasce spontanea. Chi saranno i due centrali di centrocampo nelle prossime importantissime gare? Inler ha di certo accusato una flessione, visto il suo impiego perenne, Gargano, anch’egli sempre presente, ha accusato un risentimento muscolare che lo terrà fermo non si sa ancora per quanto tempo e Dzemaili è da poco rientrato da un infortunio. E in quel ruolo, non vedo altri che possano rimpiazzarli. Anche l’anno scorso affrontammo l’intera stagione con soli tre uomini (Gargano, Pazienza e Yebda), ma per grazia ricevuta non si verificarono infortuni rilevanti e non c’era da affrontare una Champions che tira anche il sangue dalle rape e si riuscì a portare a casa un risultato storico. Ma ora?
Non voglio rievocare Baby Jane, la cui trama ha anche risvolti tragici, ma, a questo punto, in questo momento, mi viene da chiedere: che fine ha fatto Donadel? Se per Britos, anch’egli infortunatosi prima che si aprissero le danze, si conoscono l’entità del danno, i tempi di recupero e la sua locazione, dell’ex viola non si sa nulla. E’infortunato. Sì, ma cosa? Quando? Dove? Perché? Arcani. Ho addirittura sentito per radio il suo procuratore, abbastanza adirato, parlare di “pasticcio”, come se le cause, le colpe e le responsabilità fossero da ricercare altrove. E ora, che Marco ci servirebbe come il pane, non si sa nulla. Tutto sembra avvolto nel mistero. E come tutti i misteri, stanno uscendo fuori leggende metropolitane: carriera a rischio; è colpa dello staff medico del napoli; la società sta già cercando un suo sostituto per gennaio; a Donadel non piace la pizza e la mozzarella; è alle terme di Saturnia; si sente solo e mangia chili di marmellata…
Mi piacerebbe sapere se il contributo dell’ex fiorentino sarà garantito o meno e quando. E in questo momento di difficoltà, in cui il centrocampo soffre, ora che si è in una fase cruciale, non vorrei rivedere Hamsik arretrato sgobbare in preda all’atavico equivoco tattico, per cui, la mia domanda è più che legittima: che fine ha fatto Donadel?
Forza Napoli Sempre.
La 10 non si tocca.
di Gianluigi Trapani