La prima volta che l’ho incontrato, alla cena napolista da Bruscolotti, sono rimasta colpita dalla sua semplicità. Ricordo il suo accenno ai temi gastronomici trattati nei miei articoli e la mia sorpresa nello scoprire che mi leggeva attentamente. Complice la consegna della sciarpa napolista abbiamo iniziato a conversare via mail, della possibilità scudetto, dei singoli calciatori, dei sogni ritrovati, di questo Napoli che ci faceva vibrare e delle emozioni che mi diceva arrivare attraverso i miei articoli. È venuto tutto molto naturale, sembravamo chiacchierare amabilmente. Gli ho parlato dei miei sogni e lui mi ha raccontato della sua carriera. Quando mi ha detto che, sinceramente, per lui, sarei stata una scrittrice sensazionale, il mio cuore ha avuto un sussulto. Mi ha detto di non arrendermi mai, che gli piaceva la mia passione ed il mio entusiasmo. Cose che ti riempiono la giornata e un bel pezzo di vita se dette da uno come lui.
È iniziato così, quasi un po’ per caso, il progetto mio e di Mimmo Carratelli. Scriviamo un libro insieme che ricordi questo meraviglioso campionato? Ecco, è stato così. E, da lì, l’ansia di arrivare primi, secondi, ma comunque non più sotto del terzo posto, altrimenti non ci sarebbe stata alcuna possibilità di pubblicazione. Mentre ci lavoravamo, al buio, a braccio, mettendoci un pezzettino alla volta. La prima volta che mi ha bacchettata, l’ha fatto con tanto garbo e dolcezza da costringermi a dirgli di non farlo più. E da allora mi ha strigliata a dovere, ogni volta che gli mandavo pezzi senza cuore o scritti senza uno schema preciso. È un ottimo maestro, Mimmo, di quelli che non hanno la presunzione di insegnarti nulla, me mi ha presa sotto braccio ed accompagnata nel cammino, con delicatezza, rispetto, simpatia e ammirazione. L’ho sentito così vicino, a volte, da essere spinta quasi a raccontargli tutta la mia vita.. per fortuna sua non l’ho fatto, però!
È stata sua la scelta di non mettere i nomi degli autori dei singoli capitoli del nostro libro, perché, diceva, “lo abbiamo scritto tutto assieme”. E questo fa comprendere, laddove ce ne fosse ancora bisogno, cos’è questo grande giornalista che tutti conosciamo un po’. Perché Mimmo Carratelli, più che una persona, per me, è un’esperienza. Un luogo in cui trovi ricordi ed emozioni nuovissime, vecchi modi di raccontare le cose ed un linguaggio tanto attuale da essere quasi giovanile. La storia e l’attualità.
Un giornalista che ancora si emoziona per ogni pezzo che scrive, che ci mette l’anima, che crede fortemente in un mestiere purtroppo ormai in gran parte snaturato, uno che è ancora capace di non provare invidia né competizione, ma di incontrare le persone e soffermarsi nel loro tempo così. Ecco, per me è stato questo il mio incontro con Mimmo. Qualcosa di unico e speciale, da ricordare per sempre. Confesso, e lui non lo sa, che le nostre mail le ho conservate tutte, e che ogni tanto, rileggendole, mi faccio forza e mi ripeto che, se sono arrivata al suo cuore, magari la mia strada è proprio la scrittura, è proprio questa. E di questa meravigliosa ed incredibile esperienza resterà un libricino dalla copertina azzurra, creata da Ugo Ciaccio esattamente come la desideravo io. Un libricino che si intitola “Oj vita mia. L’Europa e la magica stagione azzurra”, edito da Cento Autori, la casa editrice con cui ha iniziato Maurizio de Giovanni (magari mi porta fortuna!) e che porta impressi in nero e grafia stilizzata i nomi mio e del Maestro, a futura memoria. Un libro è quanto di più concreto esista al mondo, infinito, imperituro, eterno. Questo è il nostro. Ho voluto questo libro fortissimamente, probabilmente mai ho voluto una cosa così.
Mimmo una volta mi ha definita “la tigre del Vomero”, per la tenacia con cui l’ho voluto. Tante volte mi ha detto che sono uno spirito allegro, soprattutto quando rispondevo alle sue provocazioni ridendo. Insomma, io a Mimmo Carratelli gli voglio bene, e per una che si emoziona come mi emoziono io è anche bello dirlo. Questo è forse l’articolo più difficile che abbia scritto finora, proprio perché, nonostante mi emozioni fortemente, faccio poi una gran fatica ad esternarle, le mie emozioni. Ho aspettato diversi giorni per scriverlo, perché ogni volta mi sembrava mancasse qualcosa, non volevo dimenticare niente, volevo raccontare di noi. Adesso è venuto di getto.
Mi interessa soprattutto dirvi che Il nostro libro lo presentiamo martedì 8 novembre, alle ore 17.00 nella Sala della Loggia del Maschio Angioino. Ce lo presenta Maurizio de Giovanni, napolista, che mi ha detto dal primo momento che avrei dovuto scrivere qualcosa di mio. Modera l’incontro Fabrizio Cappella, napolista anche lui, oltre che mio amico da vent’anni, nonostante nel corso del tempo ci siamo un po’ persi e poi, per fortuna, ritrovati. Vorrei che quel giorno fosse una festa, più che una presentazione di un libro.
Vorrei che partecipassero tutti i napolisti, mi dispiace solo che tanti di voi vivono lontano e non potranno esserci. Vorrei che ci fossero tutti i miei amici, soprattutto, le persone che mi vogliono bene e che ho scoperto essere tantissime, perché sarò emozionata, tanto, e mi brilleranno gli occhi. E sarà meraviglioso dividere questa gioia con tutti voi. Mimmo credo che lo abbraccerò. Non ci siamo mai visti, dopo quella cena napolista, abbiamo fatto tutto via mail. Ma abbiamo creato qualcosa di grande e bellissimo. Grazie a lui e a questo posto straordinario, che si chiama il Napolista, e senza il quale io non avrei né scritto né conosciuto persone così. Vi aspettiamo tutti. Fateci felici, su. E Forza Mimmo e forza Ilaria. Sempre!
Ilaria Puglia