Quanta sofferenza, quanta corsa, quanti errori del Napoli, soprattutto nel primo tempo, e quanta generosità e poi stanchezza nel finale, ma il rullo compressore del Bayern viene bloccato, a pieno regime nella prima parte della gara, sotto tono e sotto ritmo nella ripresa. Un autogol di Badstuber, col portiere Neur che si arrende dopo 1147 minuti di imbattibilità, consegna agli azzurri un pareggio sofferto, ma complessivamente meritato. Erano andati subito in svantaggio con un buco al centro della difesa, potevano finire travolti col Bayern padrone del gioco e del campo. Ma il Napoli ha saputo non perdersi nel periodo critico soffrendo, aggrappandosi al match con grande determinazione, giocando un po’ meglio nella ripresa.
Sulla partita l’ombra di un rigore non visto dall’arbitro portoghese (braccio di Schweinsteiger) e l’ingiustizia del penalty accordato al Bayern (palla sul braccio di Cannavaro non largo e col giocatore girato di spalle). De Sanctis ha cancellato il sopruso. E’ finita 1-1 nella serata dello stadio stracolmo per l’appuntamento di grande prestigio. La classifica del girone della morte resta interessante. Il Bayern non è in fuga. Il Napoli è due punti sotto ai tedeschi, uno sopra il City che ha battuto il Villarreal (spagnoli fuori dai giochi).
La sofferenza è venuta per la qualità superiore del Bayern, fra le formazioni più possenti d’Europa, per più di un affanno degli azzurri e, specie nel primo tempo, per il centrocampo consegnato ai tedeschi, unico lottatore là in mezzo Gargano, correndo, sbagliando, recuperando, però mai domo, in pressing su tutti i portatori di palla del Bayern. Gran lavoro anche di Maggio, inesauribile nel coprire e nel tentare l’affondo. I tedeschi occupavano tutto il campo, venivano avanti in cinque, sei. Manovravano a piacimento con grande sicurezza, favoriti dal gol fulmineo di Kroos (2’). Un lancio di Tymoshuck trovava Boateng pronto al cross (Zuniga lontano). Sulla palla pennellata e il “velo” di Gomez, buco centrale della difesa azzurra e inserimento del giovane tedesco per il gol, sfuggendo alla chiusura di Cannavaro e Hamsik.
Era il peggio che poteva capitare al Napoli prima che la partita avesse il suo corso normale, un handicap pesante, e il Bayern faceva il padrone, in superiorità a centrocampo perché la difesa azzurra restava bassa (in tre contro Gomez: Aronica incollato a Cannavaro sul centravanti-corazziere). Tymoshuck e Schweinsteiger manovravano a piacimento con Muller e Kroos, mentre Inler girava a vuoto, sovrastato da Schweinsteiger, ed era morbido nei contrasti. Hamsik, pur sacrificandosi, non faceva un filtro efficace. Il Bayern faceva correre la palla velocemente con schemi e movimenti collaudati.
Cavani era entrato in campo con gli occhi al cielo e la preghiera sulle labbra, ma non riusciva ad entrare in partita. Lavezzi tentava di dare una scossa. Il pallone l’avevano sempre i tedeschi. Forse troppo sicuri, non chiudevano il match. Sfuggiva a Kroos una buona occasione (10’), Gomez calciava fuori (19’), De Sanctis con un balzo prodigioso annullava il tentativo ravvicinato di Boateng (32’). Il Napoli non mollava, ma era sempre alla rincorsa degli avversari.
Nel primo tempo il poderoso Boateng spingeva a destra in tandem con Muller. A sinistra, Ribery era un incubo annunciato. Era una partita dura per Zuniga dal lato di Boateng e Muller. Era dura per Maggio e Campagnaro sul francese dalla faccia butterata. Il Bayern appoggiava sulle fasce per aprirsi varchi al centro. Contrattaccando il Napoli peccava negli appoggi e nel passaggio finale. Molti palloni sfuggivano a Inler e ad Hamsik.
Come un dono dal cielo veniva l’autogol dei tedeschi. Maggio, magnifico per dedizione, corsa, forza fisica, tutto un inizio a tamponare la fascia di Ribery, sfuggiva proprio al francese, resisteva a Lahm e crossava basso. Sui cross c’erano sempre pochi, pochissimi azzurri nell’area tedesca. Ma stavolta ci pensava Badstuber (39’) con una sciagurata scivolata che deviava il pallone nella porta di Neuer, il gigante di 1,93.
Sei minuti prima, sul cross di Campagnaro, il braccio di Schweinsteiger allontanava la palla con Hamsik bene appostato. Coperto, l’arbitro non si avvedeva del fallo, né lo segnalava il giudice di porta (33’). Il pareggio, comunque, dava respiro al Napoli. Gli azzurri uscivano da un incubo e si scuotevano. Rientravano in campo nella ripresa rinfrancati e più vivi. Dal rigore non dato al Napoli al rigore inventato per il Bayern a inizio secondo tempo. Poteva essere un’altra mazzata. Ma Morgan De Sanctis era là, fermo sulla linea, mentre Gomez (un cannoniere da un gol a partita in questa stagione) si apprestava a battere dal dischetto. Fermo sulla linea e reattivo, il portiere azzurro: rigore parato (48’). Poi Morgan balzava come un giaguaro su Muller nell’area piccola (50’).
Il Napoli restava aggrappato alla partita mentre calava il ritmo del Bayern che faceva sempre girare la palla con maestria, ma non aveva più accelerazioni pericolose e non portava più un uomo al tiro. Unica conclusione quella di Gomez (54’), pericolosissima, con palla fuori.
La gara si acquietava. Al Napoli sfuggivano due opportunità nell’area tedesca con Lavezzi (58’) e Cavani (76’). Controllo impreciso del pallone. La squadra si è retta su De Sanctis e Maggio, sul lavoro oscuro di Gargano, Zuniga, dello stesso Hamsik, dei difensori sempre sulla graticola. Sono mancati i tre tenori. Poco reattivo Cavani. Ingabbiato Lavezzi. In ombra Hamsik nei momenti decisivi. E da Inler ancora una partita deludente. Uscivano senza gloria il Matador (80’ Dzemaili) e lo svizzero (89’ Santana). Nei minuti di recupero Mascara prelevava Hamsik (91’).
Il Napoli si è tenuto comunque a galla da squadra umile, senza gli acuti dei migliori. Fra quindici giorni il retour-match a Monaco senza Cannavaro, ammonito (era diffidato).
Mimmo Carratelli