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Più che brutto, mi è parso un Napoli distratto

Più che brutto, io lo definirei un Napoli distratto. Distratto dalla vecchia signora europea nobile e famosa, vestita in rosso. E ad un appuntamento del genere ci si deve presentare impeccabili e nella migliore forma possibile se non si vuol fare cilecca. Ecco, io credo che la prestazione di ieri sia la prosecuzione di ciò che era già accaduto nella partita con la Fiorentina, prima del match contro il Villarral. Probabilmente avrà influito anche la stanchezza procurata dagli impegni con le nazionali, specie per chi ha sostenuto viaggi transoceanici, ma la mia sensazione è che la nube si sia propagata nelle menti di un po’ tutti i nostri calciatori.
È come se in tutti gli azzurri sia mancato quel metro in più e quel secondo in meno che spesso poi fanno la differenza. Maggio ha spinto, ma non con la consueta costanza; Gargano ha corso, ma nei passaggi è tornato il Gargano impreciso dell’anno scorso; Cavani si è battuto, ma di rado lo si è visto in area, così come Lavezzi che ha sì acceso il turbo e la spina della squadra, ma più che fiammate, a me sono sembrate sporadiche scintille. E così un po’ tutti gli altri.
A questo poi, si è aggiunto anche quel pizzico di malasorte ed ecco come si è materializzata una inattesa sconfitta. La società di certo ha l’idea che fare bene in Champions sia l’obiettivo prioritario, ma mi sono convinto che anche i calciatori abbiano lo stesso pensiero. Ne sono convinto, perché un brutto Napoli forse l’avrebbe vinta lo stesso, ma un Napoli distratto non può prenderle da Colomba. Mi auguro che non si perdano troppi punti per strada perché davvero penso che in campionato possiamo giocarcela fino in fondo stavolta e sarebbe un peccato non essere lì a Maggio, solo perché pensavo di marcare Gomez quando avevo di fronte Floccari o perchè mi sono soffermato a pensare al gol di Ribery nel pomeriggio, mentre c’era da fermare Giovinco. Il Parma, dal canto suo, ha fatto la partita che doveva fare, impacchettata nella propria area di rigore e pronta a ripartire veloce sperando che l’appuntamento storico con la vecchia in rosso seducesse i nostri con il suo prestigio. E così è stato. Probabilmente se Mazzarri avesse optato per un bel turnover di 9 elementi…

Peccato poi che il Pocho ci regali le sue perle più preziose nelle sconfitte. È capitato con l’inutile quanto incredibile gol realizzato contro le leggi della fisica la scorsa stagione ad Abbiati ed è capitato ieri con quell’assist di tacco a volo che a me e agli amici della banda ha ricordato un Napoli-Lecce 3-2, sotto ad un diluvio universale, quando Carnevale fu smarcato in modo analogo da un argentino un po’ più basso di Lavezzi.
Ma ora sotto col Bayern…e senza distrazioni.

Forza Napoli Sempre

La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani

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