Ricchiuti non c’è più e quindi mi tocca l’ingrato di sollevare un tema che so impopolare. Parlare dell’odiatissima. Non ho visto la partita domenica sera. Ero sceso per guardarla al bar, poi ho desistito e mi sono limitato ai servizi televisivi. Quindi non posso dire nulla del gioco dei bianconeri.
Di una cosa però posso parlare. Perché mi ha colpito tantissimo. Ed è stata l’esultanza a fine partita. Antonio Conte che va in campo e se li abbraccia uno ad uno come se fossero figli o fratelli suoi. I calciatori che di entrare negli spogliatoi sembrano non avere voglia e si guardano attorno sorridenti e inebetiti. Ecco, questo mi ha colpito tanto dell’odiata vecchia signora. E, sinceramente, un po’ mi ha spaventato.
Mi ha ricordato quelle scene del ’94, con un altro allenatore alla prima esperienza su quella panchina, tal Marcello Lippi, ex Napoli. Quella squadra non era la più forte, tutt’altro. Certo, aveva Moggi e non è poco. Ma non ridurrei la Juve di Lippi a Lucianone.
E, comunque, quelle scene mi hanno colpito. Così come l’esultanza di Conte. E ho pensato che in fondo lui e il nostro allenatore si assomigliano tanto.
Massimiliano Gallo
Quegli abbracci juventini mi spaventano
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