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Non è bastato il ritorno al gol di Cavani

A Catania non si passa. Resiste il tabù siciliano per il Napoli che incassa la terza sconfitta in campionato (1-2). Non è servito il fulmineo gol di Cavani, che torna a segnare dopo un mese. La reazione del Catania è intensa. Il Napoli viene chiuso nella sua metà campo e arriva il sorpasso catanese. Le cose si complicano con l’espulsione di Santana (43’ secondo “giallo”) che costringe il Napoli a giocare in dieci per tutto il secondo tempo.
Non danno frutto le sostituzioni operate da Mazzarri con gli ingressi di Dzemaili, Maggio e Hamsik, tenuti in panchina in vista del Bayern (2 novembre a Monaco).

Il Catania, al Cibali, aveva già sconfitto l’Inter in sorpasso e fermato la Juve sul pari. Il suo campo resta imbattuto e i siciliani raggiungono il Napoli a quota 14. Mazzari dice che è stata una grande partita del Napoli su un campo difficile, ma non era giornata. Invece, la giornata s’era proposta incoraggiante col gol di Cavani (cross di Dossena) dopo 30 secondi. Catania sorpreso. Ma poi il Napoli ha avuto una sola palla per il raddoppio (intanto, il Catania aveva pareggiato), sventata da Bellusci.

Il turn-over in vista della trasferta col Bayern non c’entra. La foga e la determinazione del Catania hanno preso alla gola il Napoli che ha avuto una reazione nell’ultimo quarto d’ora però senza impegnare Andujar. Rischiando anzi qualche contropiede.

Turn-over opportuno mentre il Bayern gioca al completo l’anticipo della Bundesliga (4-0 al Norimberga). Non ci sono Campagnaro, Aronica, Maggio, Dzemaili, Hamsik. Esterni di difesa Fernandez e Fideleff ai lati di Cannavaro. Santana a centrocampo per Dzemaili. Zuniga a destra per Maggio. Mascara per Hamsik. Sono sette gli argentini nella formazione siciliana.

Mascara (fischiatissimo dal suo ex pubblico) avvia l’azione del gol, rifinita dal cross di Dossena e conclusa da Cavani sotto porta anticipando Legrottaglie e Spolli (30”). Un avvio stimolante. Ma il Catania si scuote immediatamente. Ricchiuti, tra le linee, mette in difficoltà il Napoli. Le punte Gomez e Bergessio giocano larghe per favorire gli inserimenti centrali dei centrocampisti in fase conclusiva. Tengono bene Fernandez e Fideleff sui due attaccanti catanesi. Ma a centrocampo Santana non trova mai la posizione e Ricchiuti lo salta agevolmente. E’ su questa “mossa” che il Catania vince la partita. Il centrocampo azzurro va in barca. Mascara gioca su Lodi, il regista della formazione etnea. Zuniga e Dossena sono costretti a ripiegare per far fronte all’offensiva siciliana. Inler sembra un po’ perso. Il Napoli difende a cinque e Lodi è sempre pericoloso sui calci piazzati.

Almiron pennella da lontano con Ricchitui più avanti, Marchese spinge molto a sinistra (morbidi i contrasti di Zuniga), Gomez è sempre in movimento. Il pareggio è inevitabile, ma anche fortunoso. Sul lancio di Lodi, Gomez mira la porta, la schiena di Zuniga rimpalla il tiro a favore di Marchese che in area, alle spalle del colombiano, brucia De Sanctis (25’).

Il Catania è andato ripetutamente al tiro. Quattro conclusioni nel primo tempo però fuori bersaglio (Almiron, Bergessio, Gomez, ancora Almiron pericolosissimo a fil di palo). Tre nella ripresa. Il Napoli può vantare qualche conclusione avventurosa (53’ Zuniga, 75’ Lavezzi), una conclusione di Cavani non trattenuta dal portiere (13’), una svirgolata del Matador a centro-area (76’).

Sul pari il Napoli può ancora dire la sua, perché ha una buona corsa. Ma, sul finire del primo tempo, il secondo “giallo” (e secondo fallo su Ricchiuti) costa a Santana l’espulsione e lascia la squadra in dieci. Sono i momenti decisivi del match. Il Napoli non ha fortuna. Sull’assist di Zuniga, Lavezzi penetra a destra nell’area siciliana. Sul diagonale del Pocho, che supera Andujar, interviene Bellusci a salvare davanti alla porta sguarnita (40’). Vantaggio sfumato.

Il Catania parte in quarta nella ripresa e, in pochi minuti, acciuffa a spron battuto il successo. Sul cross dalla sinistra di Ricchiuti (sempre lui!), Bergessio supera Fernandez nel colpo di testa alle spalle di De Sanctis (48’). Ora si mette male per il Napoli con l’uomo in meno. Il Catania fa girare palla per stancare gli azzurri. Entra Dzemaili per Mascara (49’), poi Maggio per Fideleff (59’). Ma il Catania difende a cinque, intasa gli spazi, arretra, controlla e si affida al contropiede. Gomez, sull’assist di Ricchiuti, ancora lui, manca una invitante palla-gol con la difesa azzurra scoperta (54’). Ricchiuti è il padrone del match. Neanche l’ingresso di Dzemaili frena il talento argentino.

Il Napoli difende a quattro, Cannavaro e Fernandez centrali, sugli esterni Maggio e Zuniga passato a sinistra. Fa fatica a distendersi affidandosi ai guizzi di Lavezzi, che però è continuamente chiuso, e alle puntate offensive degli esterni. Mazzarri tenta l’ultima carta: Hamsik per Dossena (67’). Marekiaro gioca da ala sinistra, ma regala poche buone giocate. Il Catania si mette sulla difensiva. Barrientos dà il cambio a Ricchiuti (59’), Catellani entra per Gomez (75’), c’è anche Delvecchio per Izco che si infortuna (77’). Forze fresche per il Catania contro il Napoli che esprime il massimo sforzo nell’ultimo quarto d’ora. Ma Cavani non sfonda e sui palloni alti i saltatori della difesa catanese hanno sempre la meglio.

C’è una sola occasione per il Napoli al 90’ quando Lavezzi penetra in area a sinistra. Potrebbe tirare, invece serve all’indietro Dzemaili il cui tiro viene “murato” da Spolli. Niente da fare.

Mimmo Carratelli

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