Ad un certo punto della partita, mi è sembrato di assistere ad un incontro di boxe tra Tyson ed un molle, bianchiccio ed impacciato pugile raccattato all’ultimo momento come sparring-partner. Ho sperato che da lassù qualcuno, in mezzo alla nebbia, facesse venire giù un nubifragio o che dalla panchina si gettasse la spugna per evitare che finisse in goleada. Il divario tecnico, fisico e di esperienza tra i due contendenti era impari. Un peso piuma contro un peso massimo. Davide contro Golia. L’armata tedesca in pochi minuti ha davvero “spiezzato” in due la gara e l’inconsistente resistenza azzurra.
Ribery si spostava da sinistra verso il centro e il nostro centrocampo è andato in tilt e i tre feroci ganci di quel diavolo di Mario Gomez hanno messo all’angolo la nostra squadra che non è capitolata definitivamente solo perchè da un calcio da fermo, prima del gong, la zucca del giovane Fernandez ha ridato un po’ di speranza.
Ma i freddi, robotici e impenetrabili teutonici comunque godevano di un vantaggio troppo ampio, se si pensa poi che in casa gol non ne beccano mai. A questo bisogna aggiungere un’atmosfera difficile e l’espulsione ingiusta ed ingenua di Zuniga ad inizio ripresa che ha ancora più rilassato i giocatori e i tifosi bavaresi. Ma l’orgoglio, la personalità e la grinta dei nostri ragazzi, che ormai non avevano nulla da perdere, sono piano piano usciti fuori, scalfendo una certezza che, col passare del tempo e col secondo gol, sempre da calcio da fermo e sempre di Fernandez, ha iniziato a trasformarsi in paura.
Ivan Drago non aveva più quella spavalderia e sicurezza del primo round e nel finale c’è mancato poco che il dolcetto si trasformasse in scherzetto. Più reattivi e più incisivi i nostri tanto da sfiorare un pareggio impronosticabile dopo i primi 40 minuti di gioco. I tedeschi hanno sbandato e sugli spalti il rosso vivo e lussureggiante è diventato negli ultimi 10 minuti giallo paura. Sì, sì, hann fatt’o giall.
Il Bayern è attualmente una delle squadre più forti ed organizzate del pianeta ed è una seria candidata alla finale di Champions, per cui, questa sconfitta, non può far male, anzi. Da qui si può invece ripartire con ancora più fiducia. Da tifoso, sono orgoglioso della mia squadra per come si è comportata e soprattutto perché mi ha dato la possibilità di vivere emozioni forti in quello che è lo stadio più bello e moderno d’Europa. “Barcollo ma non mollo” è il motto di questa squadra e se per caso lo strapotere degli avversari può metterci qualche volte a tappeto,state sicuri che l’arbitro non riuscirà a contare sino a 10, perché ci rialzeremo sempre e sempre usciremo dal campo a testa alta. Feriti, tagliati, tumefatti, ma con la maglia sudata e il cuore libero di chi ha dato tutto.
Grazie ragazzi, per vincere queste sfide forse il cuore non basta, ma è da questo grande cuore pulsante che bisogna ripartire. Ora però, rituffiamoci nel campionato. C’è da affrontare la Vecchia che, sotto la cintola, soprattutto al San Paolo, indossa il pannolone. Scamazziamola, grazie. Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani