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Caro Ricchiuti, non capisco l’astio a tutti i costi

Ho conosciuto Ricchiuti ad una cena napolista, da Bruscolotti. Era in compagnia della fantastica moglie, Laura, che mi è piaciuta tanto fin dal primo momento, tosta e mora come una perfetta napoletana. Tempo dopo, mi trattenni per più di un’ora a parlare con lui nei pressi della stazione Centrale, trovandolo una persona molto intelligente e piacevole, al contrario di quanto traspare spesso dai suoi articoli. Rompiballe certo lo è, ma pure io, cosa che tra l’altro, spesso, trovo un valore aggiunto. Perciò non ci vedo nulla di male nel fatto che scriva qua sopra, a patto che non cada in provocazioni gratuite che poi ci rendono difficile la moderazione dei commenti, ovvio.
Ho tra i miei amici interisti, laziali e juventini, ma quando li saluto o ci parlo non penso come prima cosa alla loro fede calcistica. Nella vita, ogni tanto, è bello anche saper distinguere, avere a che fare con tutti, come dice lui. E però non comprendo il voler dichiarare a tutti i costi che la partita di domenica sia una partita come le altre. Cioè, a me, fino a questo momento, non è mai venuto in mente di scriverci due righe, su domenica sera.
Di domenica mi interessa il fatto che torno al San Paolo, che ci saranno i soliti amici, che vivrò con la solita adrenalina in corpo tutti e 90 minuti e pure i precedenti ed i successivi. Mi interessano i tre punti, vedere se ci saranno oppure no e solo per la posizione in classifica che ne seguirà, per la buona pace del mio lunedì. Non credo a Ricchiuti quando dice che non glie ne frega una ceppa, perché un paio di giorni fa ha dichiarato che la partita la vinceranno loro per 2-0 con gol di Pirlo e Barzagli e io non darei mai un pronostico così per il Napoli: a parte tutto, porta male. Si è anche preso la briga di raccontare, sulla sua pagina fan, di cui faccio parte per la stima alla persona, che ha giocato alla Pes 2012 ed ha preso il Napoli per vedere se era vera la leggenda metropolitana che il Napoli nella Pes è formidabile ma subito dopo ha chiarito che Juve-Napoli gli è finita 20-0, per 20 autogol dei napoletani.
Neppure per me questa partita avrà il sapore della rivalsa, l’ho già detto, e poi Torino la trovo splendida, come città, ci sono stata una volta soltanto ma me la ricordo ancora. Non comprendo la rivalità a tutti i costi. Nel nuovo gruppo Facebook che ho creato e che, guarda un po’, si chiama “Oj vita mia”, ho inserito tra le regole del gioco il non apostrofare la Juve “Rubentus” o “Giuve” (non me ne voglia Trapani) o gli juventini “rubentini” o Quagliarella “Quagliamerda” (a proposito, se gioca o meno francamente non ritengo sia una questione di stato), come sento da più parti. È che mi dà fastidio, lo trovo offensivo, oltre che gratuito, non capisco l’astio a tutti i costi, l’ho già detto, non è sportivo. Per me quello ch
e conta è il risultato che si avrà sul campo, alla fine dei minuti di recupero, la partita giocata.
Non mi augurerei mai l’esonero di Conte, come Ricchiuti fa con il mio Mazzarri, perché semplicemente non mi interessa, anzi, mi dispiacerebbe per lui. Dunque ci vediamo allo stadio, Enzo. Tu distinti inferiori, io Tribuna Posillipo. Non ti credo quando dici che è una partita come le altre. E mi dispiace non poterti guardare negli occhi, per trovarci la verità. Allo stadio saremo uno di fronte all’altra, io leggermente più sopra, in quanto a posizione sugli spalti. Nella Posillipo ci sarà un caro amico juventino, con la sciarpa vintage al collo e spero che nessuno gli crei problemi, tra i nostri, perché sarebbe un peccato grande. A te auguro ogni bene, oltre a ringraziarti per i complimenti che fai alla trasmissione radio che conduciamo Renata ed io. Che vinca il migliore. Anzi, quello che ha più cuore. Perché i difetti, alla fine, li trovo la parte più fantasiosa e bella. Ed il Napoli ne ha moltissimi e grandi, è umana come squadra, oltre che colorata assai. Fatica, su più fronti e pure tanto. Questo è il vero motivo del mio amore per l’azzurro. Ah, le maglie della Juve di quest’anno non si possono guardare. E Forza Napoli. Sempre.
Ilaria Puglia

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