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Avanti in Champions, ma se ci tocca vinciamo l’Europa League

Se c’è un discorso che ora non voglio sentir fare è: “meglio fuori da tutto che in Europa League”. La classifica del girone ci vede terzi e, se è che vero abbiamo tutte le carte in regola per puntare agli ottavi di Champions, c’è anche la concreta possibilità di scivolare nel torneo continentale minore.

E’ più di un mese che ragioniamo sulle sorti di Filippo e del panaro, dopo la sconfitta di Catania c’è chi è arrivato a disconoscere la partecipazione alla coppa Campioni a favore di un maggior impegno in campionato e non ho dubbi che sono tanti quelli che, per lo stesso motivo, preferiscono il Napoli fuori dai giochi piuttosto che impegnato nel secondo torneo europeo.

Adesso, sorvoliamo sulla considerazione che il Napoli per arrivare quarto nel girone deve perdere entrambe le due partite rimanenti in concomitanza di due vittorie del Villareal (sfido chiunque a trovare questa combinazione di eventi piacevole) e andiamo diritto al punto. Ci possiamo permettere di disdegnare l’Europa League? Insomma, voglio dire, siamo nelle condizioni di dire “no, a noi quella roba non ci interessa, meglio risparmiare energie per la volata in campionato?”.

Secondo me no. E non per supponenza, perché chissà che dobbiamo dimostrare, ma per rispetto. La Uefa alle squadre che partecipano ai suoi tornei non chiede altro che di giocarsela e se c’è una cosa che fa veramente una squadra grande è lo spirito con il quale affronta l’Europa. Non bisogna pensare necessariamente a quelle quattro o cinque– le conosciamo bene – che ogni anno partono per vincere tutto, ma a quei club che magari passano inosservati e, invece, ci sono sempre. Prendiamo il Benfica (probabilmente neanche l’esempio più calzante), che in questa edizione della Champions è prima nel girone in coabitazione col Manchester United: qualche anno fa li abbiamo incrociati in Coppa Uefa e non sembravano annoiati dall’idea di giocarla, tant’è che ce ne hanno buttato fuori.

In città e sui forum è da anni che si parla di ambizioni e prospettive della squadra. E’ altrettanto annosa la polemica contro la dirigenza, colpevole, secondo una parte del tifo, di essere afflitta da un provincialismo che mal si combina con la portata della tradizione calcistica napoletana. Ma non c’è cosa più beceramente provinciale di sindacare e fare calcoli sulle partecipazioni europee. Non c’è altro modo di crescere che esserci negli appuntamenti importanti, e arrivare avanti nella fase eliminatoria dell’Europa League è un appuntamento importante. Le sconfitte dell’anno scorso all’Anfield e al Madrigal hanno insegnato molto ai ragazzi in campo e a noi.
Roberto Procaccini

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