ilNapolista

Siamo sicuri che Chavez sia un calciatore?

Era l’estate del 1980. L’Inter di Bersellini aveva appena conquistato il suo dodicesimo scudetto e il calcio italiano, tra gli scandali del Totonero e le involuzioni tecniche, non se la passava granché bene. Così, dopo quasi 15 anni, si decise di riaprire le frontiere agli stranieri ed ogni squadra del massimo campionato poteva ingaggiarne uno. Le società più blasonate, eccetto il Milan retrocesso per giudizio sportivo, si rafforzarono con grandi campioni: la Giuve acquistò l’irlandese Brady, la Roma Falcao, l’Inter Prohaska e il Napoli prese l’olandese Krol. Le formazioni meno quotate si divisero tra certezze e scommesse: Eneas al Bologna, Juary all’Avellino e Van de Korput al Torino. Chi tentò la sorte, fu la neopromossa Pistoiese allenata da Lido Vieri. All’epoca, l’allenatore in seconda Malavasi fu spedito in Brasile per visionare qualche stellina sconosciuta ed economica per garantire un certo numero di gol e centrare una salvezza tranquilla. In una di quelle partite, Malavasi fu folgorato dalle prodezze di un certo Luis Silvio Danuello. Si narra che per incantare e convincere l’osservatore toscano, quella gara tra Ponte Preta e Comercial fu una vera e propria messa in scena. Danuello  realizzò una doppietta e giocate veloci e ficcanti. Praticamente Luis era imprendibile. Quell’estate, per 170 milioni, il brasiliano giunse a Pistoia senza che nessuno lo conoscesse. Falcao non l’aveva mai sentito nominare e l’enigma presto avvolse questo calciatore. Difatti, Danuello totalizzò appena 6 presenze, prima di finire in panchina e poi in tribuna, rivelandosi sempre più un oggetto misterioso. In primavera, sempre più ai margini della squadra, con una saudade irreversibile, prese le valigie, la moglie, la figliola e se ne tornò sconsolato in Brasile. Dopo quella esperienza, si sono create varie leggende sul suo conto. Tanto da mettere in dubbio la sua reale professione. C’è chi giurò che fosse un panettiere, chi un pizzaiolo, chi un gelataio, ma non di certo un calciatore. La realtà è che la società cercava un centravanti, mentre Luis era un’ala che la Pistoiese, tatticamente, non poteva permettersi. Sempre dalla leggenda si dice che scendendo dall’aereo al suo arrivo, i dirigenti gli chiesero se fosse una punta e lui rispose di sì, confondendosi con “ponta” che in portoghese vuol dire ala. E questo equivoco bruciò il calciatore e la squadra, a fine anno, retrocesse giungendo ultima in campionato.
Non ho mai giudicato un calciatore senza averlo visto giocare. Nemmeno dopo 3-4 partite. Ma ora, dopo più di due mesi senza tracce, qualche dubbio mi sta assalendo. Cioè, chi è quel Chavez? Abbiamo già 6 seconde punte, perché l’abbiamo acquistato? Siamo sicuri che sia un calciatore? Ci sono un bel po’ di similitudini con il nostro Luis Silvio, no?  In rete, su youtube, ho guardato un paio di filmati di questo argentino e di tanto in tanto, di rado, qualche buona giocata s’è intravista. Ma sono bastate un paio di finte e un pallonetto per convincere i nostri osservatori?

Cioè, mi spiego. Se Santana, Mascara e Pandev (o Lucarelli) sono i sostituti dei tre tenori e se in caso di emergenza viene schierato persino l’adattato Zuniga, perché Chavez non riesce a trovar mai spazio? Si dice che Santana non sia in un grande periodo e comunque è sceso in campo. Pandev, nonostante la forma appesantita e rotonda, prima dell’infortunio, ha giocato qualche spezzone e ora pare che sia pronto al rientro. Gli altri, con prestazioni buone e meno buone, comunque hanno giocato, e allora ora, mi chiedo: perché Chavez no? Lo stesso impresentabile Hoffer ha fatto più minuti di lui, due anni fa. Non si hanno notizie di infortuni, né di crisi nostalgiche, ma allora perché non si conosce pressoché nulla di questo argentino? Dove gioca? In quale ruolo? Ha fatto il suo esordio a San Siro, per circa 10 minuti. Un tunnel a Lucio e…niente più. È stato inserito nella lista Champions al posto di Lucarelli, ma i suoi tacchetti ancora non li abbiamo visti calcare il campo. Perché?

Ora, certamente sono solo miei cattivi pensieri, perché Chavez, già dalla prossima partita, mostrerà quanto sia fenomeno, ma qualche dubbio mi sta solleticando. Specie in questi giorni che ho sentito che ci potrebbe essere la eventualità di una cessione a Gennaio. Senza dimenticare che nel prossimo mese avremo un tour de force terribile: 9 partite, tra campionato e coppa, in 30 giorni e c’è bisogno del supporto di tutti. Ma di tutti, eh.

Luis Silvio è stato il più grande bidone della storia, anche più di Calderon e di Ian Rush, e non vorrei che alla fine invece di Trezeguet avessimo comprato anche noi un panettiere.

E con tutto il rispetto, restando sul tema della super star di origini pugliesi, non vorrei passare, come accadde con Danuello, da “chi è quel Chavez?” a “Cercasi disperatamente Cristian Gabriel”. Fuggito magari per un equivoco tattico, eh. Ora ne abbiamo bisogno, caro Chavez, se ci sei batti un colpo…o una pagnotta…

Forza Napoli Sempre

La 10 non si tocca.
Gianluigi Trapani

ilnapolista © riproduzione riservata