Il cuore di Vincenzo, compagno di abbonamento, l’ha abbandonato ieri e questa notizia ci ha tenuti tutti sotto una nube pesantissima, me e i suoi amici, che hanno disertato lo stadio perché lui non c’era. Ed è durissima vedere una partita così dal divano di casa, perché sobbalzi ad ogni azione, ti viene da lanciare in aria le pantofole, spazzare via i cuscini e prendere a calci tuo marito dalla gioia mentre esulti in silenzio perché i bambini dormono. Sono in piedi e mi agito, perché non è sostenibile stare immobili in una serata così. Perché questa è vita, signori. Quella che per qualcuno da ieri non c’è più ma che io a quel qualcuno volevo dedicare. Vita. È qualcosa che a descriverla da qui non ci si può credere, perché sto piangendo, mentre ascolto in televisione quei pazzi al SanPaolo- e tra loro tant iamici miei- che cantano con gli occhi lucidi ‘Osurdat ‘nnammurat. Fa piangere una gioia grande così. Stiamo tutti zitti, vi prego, stringiamoci forte, perché è stato protagonista il cuore. Perché senza cuore non vai da nessuna parte, non respiri, non ti soffermi, non ti concedi a nient’altro che a te, finché poi all’improvviso non è troppo tardi e non ti resta più nulla. Perciò viviamo. Perché c’è qualcuno che non potrà farlo più. E se è stato proprio Edinson, l’illuminato, a fare il miracolo, qualcosa vorrà pur dire,no? Vincè, tu che avevi il biglietto per lo stadio: e che ti sei perso…O forse no, vero Vincè?
Ilaria Puglia (Il Mattino)
Stiamo tutti zitti, perchè è stato protagonista il cuore
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