Innanzitutto sono soddisfatto come non accadeva da un po’. Il Napolista sta tornando quel luogo di dibattito, anche acceso ma nei confini del rispetto e dell’educazione, che era un tempo. Il modo in cui è maturato il 3-3 con la Juventus e l’articolo di Spadetta hanno infiammato la discussione. E, anche se non sarete d’accordo, noto con piacere che vengono a commentare anche tifosi juventini. Il Napolista è un bar dello sport, e lo sfottò dev’essere all’ordine del giorno.
Ma torniamo a noi. È difficile interpretare il 3-3 con i bianconeri e i commenti che ne sono seguiti. Sicuramente mi ha lasciato interdetto notare come loro abbiano festeggiato il pareggio alla stregua di un’impresa (certo, perdevano 3-1) e noi invece quasi come una sconfitta. Eppure abbiamo giocato senza Cavani. Probabilmente la campagna acquisti per ora lascia a desiderare. Il problema principale è in mezzo al campo. La punta di diamante della campagna acquisti, Inler, lascia molto a desiderare e, ad oggi, Dzemaili non vale né Pazienza né Yebda, in verità nemmeno la metà. Siamo scarsini lì in mezzo. Tanto. E meno male che Gargano ha giocato una decina di partite ai suoi livelli migliori. Ha ragione Spadetta quando dice che si sapeva da tempo che avremmo giocato una partita ogni tre giorni: perché non è stata allestita una rosa più ampia a centrocampo? Un infortunio (come quello di Donadel) doveva essere messo nel conto.
In avanti il Napoli è sempre lo stesso. Per me Pandev è un signor giocatore, l’ho sempre considerato così, anche se ha attraversato una fase di grande involuzione. Ma secondo me chi sa giocare a calcio non se ne dimentica, è un po’ come andare in bicicletta oppure sciare. Ma, certo, un’altra prima punta vera (non Lucarelli) ci sarebbe servita. In difesa è un po’ la stessa cosa. È andato via Ruiz di cui però avevamo visto ben poco. Criticare Britos mi sembra prematuro, facciamolo prima giocare.
Questa è la politica societaria del presidente. Che ci piaccia o no. Tetto ingaggi e quindi impossibilità di avere i fuoriclasse, eccezion fatta per quelli che ci siamo cresciuti in casa (Lavezzi e Hamsik) e quello sbocciato da noi (Cavani).
Così come il modo di vedere la partita di Mazzarri non cambia mai: noi giochiamo sempre allo stesso modo. L’aveva scritto Jacopo Iacoboni e qualcuno aveva storto il naso. Se la squadra corre a mille all’ora, può fare male a chiunque. Ma non sa giocare sotto ritmo, non sa addormentare la partita, non sa fare nemmeno l’ombra del tichi taca. Perché Mazzarri quelli coi piedi buoni là in mezzo non li vuole. E quindi se le gambe non reggono più quei ritmi siamo fritti. Com’è accaduto martedì sera, dove peraltro abbiamo subito due gol (i primi due) da squadretta di serie C.
Insomma, il Napoli è questo. Siamo a dicembre ed è presto per fare bilanci. Certo, siamo sesti a nove punti dalla capolista. Al momento, pensare allo scudetto sembra lunare. Però il campionato è ancora a lungo. Tanti uomini, da Campagnaro a Maggio, hanno già vissuto momenti di forma straordinari. Però non mi fascerei la testa. Se passiamo il turno di Champions bisognerà festeggiare. La Fiorentina c’è riuscita solo una volta, se non ricordo male. Sarebbe un evento storico. E non dimentichiamo che siamo finiti in un girone di ferro, il più duro della competizione. Noi tifosi andiamo di fretta, ed è giusto. Però è innegabile che finora il Napoli sia migliorato di anno in anno. Per fortuna, secondo me, non ce ne ricordiamo: segno che guardiamo sempre avanti.
Massimiliano Gallo
Il Napoli è sempre lo stesso, nel bene e nel male. Però ogni anno avanza
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