Ho letto le parole di Ilaria Puglia. E le ho intimamente e dolorosamente condivise. La loro forza, soprattutto la loro sincerità mi hanno trasmesso suggestioni simili a quelle che ebbi la prima volta che vidi l’urlo di Munch. E’ vero come dice Claudio Botti. che “Ognuno di noi potrebbe raccontare la sua storia di cittadino frustrato e violentato, ma qui, sul Napolista, limitiamoci allo Stadio e dintorni.” Ma considero questa occasione (la provocazione lanciata dall’articolo, e forse prima, lo sfogo della fidanzata di Lavezzi) un’occasione troppo ghiotta per buttare sul tavolo i propri pensieri senza troppe mediazioni.