Uscendo da una gara di sacrificio, errori e deboli contrasti, Goran Inler, il desaparecido svizzero, sfonda finalmente alla sua maniera, nel finale, con un gran tiro di sinistro e il Napoli risorge da un match complicato dall’eccessiva pressione, dalla partita della vita, mentre il Villarreal manovrava senza ansie, e anche senza Borja Valero e Cani, più Pepito Rossi, cedendo dopo un’ora di gioco ai titolarissimi di Mazzarri. Il raddoppio di Hamsik dopo dieci minuti chiudeva inesorabilmente il confronto (2-0) e il Napoli giocava finalmente da grande squadra.
Impresa stratosferica, secondo la definizione del tecnico azzurro, suggellata tra il 65’ e il 76’. Accesso storico agli ottavi di finale della Champions. Prima squadra italiana a vincere sul campo del Villarreal dopo sei sconfitte e un pari delle nostre formazioni.
Inler rompe il muro del suono con una sventola micidiale cavandola dal suo repertorio non ancora espresso a Napoli, Hamsik mette il piedino fatato nel mucchio dei giocatori davanti alla linea di porta di Diego Lopez sul corner basso e tagliente di Lavezzi e il gioco è fatto. Il Manchester City prevale inutilmente (2-0) sul Bayern che in Inghilterra ha giocato con mezza squadra di riserve.
Non è stato facile perché il Napoli non era sereno, sentiva l’ansia del match decisivo, sbagliava le cose più semplici, non pressava, si adattava al ritmo basso del Villarreal, favorendo il gioco dell’avversario, e non trovava l’estro delle micidiali ripartenze. Un primo tempo brutto, cominciato anche con un segno avverso, la palla-gol che Zuniga (assist di Lavezzi) consegnava a Diego Lopez (5’).
Napoli fuori partita per un quarto d’ora. Il centrocampo del Villarreal era padrone della serata. Bruno Soriano, arretrato, dirigeva l’orchestra valenciana (Hamsik non lo mordeva mai) pennellando lanci sui quali la difesa azzurra chiudeva con qualche incertezza. A Inler sfuggiva quella vecchia volpe di Marcos Senna (35 anni). Gargano era disorientato dovendo battersi contro tutti. Il Villarreal giocava con De Guzman a sinistra, centrocampista offensivo, per impegnare Maggio. Fuori partita sembrava Cavani. Attivissimo sulla sinistra Zuniga, ma poco concreto e con quel gol “mangiato”. Sulla prima grande ripartenza del Napoli, iniziata da Gargano (coraggio da vendere), Lavezzi scattava sull’ultimo tocco di Hamsik: metà campo vuota verso la porta di Diego Lopez. Il fallaccio di Zapata sul Pocho era da rosso, ultimo uomo. Il difensore veniva solo ammonito. E, intanto, il Napoli faticava ad entrare nel match. Non era il Napoli, era una copia sbiadita di se stesso. Gargano cercava di dare sostanza al centrocampo e rilanciare l’azione. Zuniga doveva soffrire sulla fascia dove insisteva il paraguayano Perez. In qualche modo Cannavaro e Aronica contenevano Nilmar e Ruben.
Dopo venti minuti il Napoli accennava ad uscire dalla sua brutta partita. Campagnaro era molto efficace in tandem con Maggio. Era una impressione passeggera. Troppi errori, troppa tensione. Possesso-palla del Villareal giunto al tiro una sola volta, a inizio partita (6’ palo esterno di Ruben, ma De Sanctis era là disteso a coprire l’angolino basso). Al tiro arrivava invece Hamsik (40’) sfiorando il palo destro di Diego Lopez. Si doveva soffrire mentre il Manchester vinceva 1-0 ed era al sorpasso nel girone della morte.
L’inizio della ripresa era allarmante. De Sanctis doveva sventare un gran tiro improvviso di Perez (46’), Campagnaro doveva salvare su De Guzmàn (52’) lanciato in gol, Aronica doveva scongiurare un contropiede valenciano (quattro di loro contro due azzurri). Ma che partita stava facendo il Napoli? Un brivido quando Cavani dribblava il portiere scaricando dietro per Lavezzi: il tiro del Pocho era deviato in angolo da un difensore (62’) sfiorando l’autorete. Nilmar (fermo due mesi) non ce la faceva più ed entrava Camunas, centrocampista d’attacco. Il Villarreal passava dal 4-4-2 al 4-4-1-1. Mentre tutti cercavamo di capire come si potesse vincere questa maledetta partita, sul tocco di Hamsik partiva Inler puntando l’area del Villarreal. Improvvisamente sontuoso e sicuro appariva lo svizzero. E improvvisamente sganciava in corsa il sinistro micidiale che dava il vantaggio al Napoli (65’). Fine di un incubo. A questo punto, non era possibile che il Napoli sprecasse il tiro benedetto dello svizzero che forse Mazzarri non vedeva, espulso dopo uno scontro fortuito a bordo campo con un giocatore del Villarreal.
Una volta avanti, il Napoli tornava se stesso con un giro-palla sapiente, la sicurezza ritrovata, l’impresa stratosferica a portata di mano. Diego Lopez compiva una prodezza sulla conclusione di Lavezzi (68’ corner di Hamsik). Cedeva anche il vecchio Senna, sostituito da Joselu (73’). Ma ora il Villarreal era sotto la presa del Napoli, ne subiva il palleggio e le improvvise accelerazioni di Maggio, l’ardore di Gargano, i guizzi di Lavezzi, mentre Inler era proprio un altro, galvanizzato dal gol. Usciva anche Zapata, altro recuperato a stento (75’ Gonzalo). E, tàc, il Napoli andava al raddoppio. Sul corner di Lavezzi, che ha imparato a battere efficacemente dalla bandierina, la palla filtrava bassa nel mucchio di giocatori davanti alla linea di porta del Villarreal e Hamsik sfoderava lo spunto vincente per mettere il pallone in rete (76’). Dal mucchio selvaggio veniva fuori per prima la sua cresta leggendaria.
Finale un po’ nervoso. Mazzarri ordinava opportune sostituzioni per resistere negli ultimi dieci minuti: Dzemaili per Hamsik (78’), Pandev per Cavani (82’), Grava per Zuniga (91’). C’era gloria per De Sanctis nel recupero quando salvava da campionissimo su Gonzalo (92’). Ma ormai il destino s’era compiuto. Napoli negli ottavi di Champions a pieno merito. Respinta la rimonta del City. In Spagna, una notte di stelle e di felicità.
MIMMO CARRATELLI