Questa rischia di diventare la stagione dei “vorrei ma non posso”.
Vorrei giocare su due fronti allo stesso livello. Vorrei almeno rimanere in scia delle prime. Vorrei godermi il secondo miglior attacco del campionato. Vorrei godermi i sedici gol stagionali di Cavani. Anzi, di più: vorrei godermi in particolar modo l’ultimo dei gol di Cavani, in grazia del quale il Matador arriva a 49 realizzazioni in 18 mesi con la maglia del Napoli, lo stesso numero di gol che aveva fatto nelle prime cinque stagioni da professionista tra Danubio e Palermo. Vorrei crogiolarmi di Hamsik a quota 5 assist e 6 reti, quante ne ha fatte l’anno scorso in tutto il campionato. Vorrei arricchire la bacheca di un trofeo. Vorrei essere certo di una qualificazione alle coppe europee, così da non dover temere i mal di pancia che una stagione senza ribalta continentale potrebbe portare a qualcuno.
Mi tranquillizza solo che ci sono 20 giornate di campionato da disputare, che molti giochi sono ancora da fare, che chi fino ad ora ha corso può rallentare, che noi possiamo accelerare. Ma bisogna darsi una mossa. Come titolò il Mattino dopo il terremoto dell’80: “fate presto”. Ricorrere al mercato, nuovi accorgimenti tecnici, preparazione atletica specifica: ognuno può dire la sua, l’importante è ciò che ha da dire chi ha la responsabilità di scegliere e di fare.
Altrimenti questa stagione, che può ancora regalarci grandi soddisfazioni, ci lascerà più rammarico che altro. E anche se sarà archiviata per l’aver vinto il girone della morte in Champions, ci rimarrà il ricordo amaro delle occasioni perse.
Roberto Procaccini