A Firenze di venerdì 17 con tutti i corni di corallo rosso possibili. Partita difficile da decifrare quattro giorni prima dell’appuntamento-clou col Chelsea che vale tre milioni di incasso per il presidente Bonaventura, record dei record. Che partita vuole giocare il Napoli? Le gambe a Firenze e la mente al Chelsea? In programma solo un piccolo e obbligato turn-over perché, dice Mazzarri, il Napoli se la deve giocare senza pensare alla Champions.
La classifica si è fatta più interessante a due punti dal quinto posto che sarebbe un piazzamento finale dignitoso (la terza posizione è lontana 8 punti) sorpassando Roma e Inter. A Firenze riposerebbe il solo Gargano, il mastino da tenere “fresco” per il pressing sugli inglesi. Turno di riposo per Aronica e forse De Sanctis che accusano qualche problemino. Sarà interessante valutare le condizioni di Maggio, Campagnaro (appena convocato nella nazionale argentina), Cavani e Lavezzi, i protagonisti un po’ arrugginiti nelle ultime esibizioni, i quattro moschettieri che, recuperando la forma fisica e tecnica, potrebbero stendere il Chelsea al San Paolo. Intanto vediamoli a Firenze: che diano segnali di riscossa.
La Fiorentina, passata da Mihajlovic a Delio Rossi, e con l’acquisto di Amauri, meteora azzurra undici anni fa quando aveva 21 anni, si è rimessa in sesto e in casa galoppa (21 punti sui 28 totali). Ha appena battuto l’Udinese (3-2) e stracciò la Roma (3-0). Ha un giocoliere, il montenegrino Jovetic, 23 anni, capace di qualunque magia. C’è la “rabbia” di Amauri restituito al calcio dopo la “prigione” juventina. La difesa viola è solida, confortata da un prudente 3-5-2 con Cassani e Pasqual esterni che attaccano e difendono. Terzini robusti e centrocampo con Montolivo e Behrami, giocatori di talento. La Fiorentina non ha giocato domenica (neve a Parma) e il riposo forzato le consentirà di essere più brillante fisicamente.
Solo un Napoli che vorrà giocarsela veramente può cavare un risultato utile. Giocarsela veramente significa battersi dal primo minuto senza dare campo alla Fiorentina, senza “stare a guardare”, scatenando con convinzione il contropiede. C’è bisogno della copertura difensiva sfoderata contro il Chievo che, se fosse stata “usata” in altre partite, avrebbe evitato perdite di punti. Hamsik gran lavoratore nella zona centrale ad assistere Inler e Dzemaili e pronto al passaggio filtrante per gli attaccanti. Inler è in lieve progresso nel suo complicato ambientamento a Napoli, ma dovrà finalmente impugnare la bacchetta di direttore d’orchestra senza finire nel cono d’ombra dentro il quale spesso sparisce. Dzemaili dovrà curare meglio la fase difensiva. Non ci sembra tagliato, ma gli ordini tattici dovrebbero renderlo meno scavallante in attacco. Lavezzi proclama grande amore per Napoli ed è ancora lui la “chiave” del gioco azzurro con le sue accelerazioni, ma che diventino verticali e non siano passeggiate orizzontali lontano dall’area avversaria. Alzi la testa il Pocho e non si rinserri in un gioco troppo personale specie se la condizione fisica non l‘aiuta ancora. Il Napoli ha bisogno di rapidità in avanti per colpire. Sarà utile ritrovare l’affiatamento fra Lavezzi e Cavani, un coppia che, se è in salute, può scardinare qualsiasi difesa. Ma si aspetta anche Maggio più incisivo sulla destra come nei suoi tempi migliori. Lui siglò l’ultimo successo del Napoli a Firenze tre anni fa, un gol risolutivo (1-0).
Si pensa alla partita con la Fiorentina, ma sarà anche una prova generale per il match col Chelsea. Si affronteranno meglio gli inglesi con una prova incoraggiante a Firenze. Incoraggiante vuole dire personalità, sicurezza, gioco di qualità, smistandolo rapidamente senza portare palla, senza lanci che l’avversario ribalta in contrattacchi, e grande attenzione difensiva. C’è di nuovo Britos che potrebbe rivelarsi finalmente l’acquisto migliore.
Sullo stadio fiorentino soffia la tramontana. Speriamo che il Napoli non resti gelato. Bisogna far paura al Chelsea da Firenze.
Mimmo Carratelli