La giornata è cominciata con un sms di Trapani: “Montella e Lo Monaco a Napoli? Cosa ne pensi”. “Ne penso bene”, così ho risposto. Perché è la verità. Però vorrei argomentarla. È la verità, perché, a dirla tutta, probabilmente sarà la sopraggiunta maturità (anagrafica, sia chiaro), io mal sopporto le difficoltà di sinapsi del nostro pur lodevole allenatore.
In soldoni, io sono molto grato a Walter Mazzarri. Arrivò che eravamo sull’orlo della retrocessione e ci ha portati a Stamford Bridge. A perdere, ma comunque ci ha portati. E non è poco. Ha innegabili meriti il tecnico di San Vincenzo, provincia di Livorno. Però alla lunga stanca. Piange sempre, si lamenta, non fa mai autocritica (ah già, lo fece dopo il 3-3 interno con la Juventus), domenica ha praticamente detto che i gol presi su palle inattive sono colpa dei calciatori. Insomma, è insopportabile.
Adesso il punto è il seguente: ci si può liberare di un allenatore vincente solo per questi motivi? Direi di no. Aurelio De Laurentiis, che è un capo azienda giustamente attento ai bilanci, non lo licenzierebbe mai per questi motivi. In più il nipote di Dino De Laurentiis sa bene che lui e Mazzarri parlano la stessa lingua, hanno codici comportamentali simili. Sanno bene entrambi di non avere un portamento da star. In soldoni, si sono riconosciuti. E si piacciono così.
E in fondo hanno fatto molto bene anche al Napoli. Mi piacerebbe un Napoli senza né l’uno né l’altro, ma difficilmente riuscirei a trovare di meglio. E allora mi rassegno. Al presidente e all’allenatore. Ma se qualcosa dovesse cambiare, non mi strapperei i capelli.
Massimiliano Gallo
Mazzarri è insopportabile, però è dura sostituirlo con uno più bravo
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