ilNapolista

Se qui c’è solo camorra e lo Stato non tutela i cittadini onesti, la colpa non è di De Laurentiis

Leggo la storia di Filippo e le altre storie come la sua e mi prende uno scoramento grande. Mi ricordo di quanti ho sentito per scrivere il mio articolo precedente e del fatto che tutti mi hanno chiesto di non essere citati con nome e cognome e allora mi rendo conto che la nostra città è come se fosse capovolta a testa in giù. Perché se quando hai tra le mani un biglietto acquistato regolarmente (ammesso che tu ce l’abbia fatta) non hai il coraggio di tirarlo fuori dalla tasca per paura che altri “esseri umani” ti piombino addosso come cavallette per strappartelo dalle mani, e se non vuoi declinare le tue generalità perché hai paura di trovarti un teppista sotto casa, allora vuol dire che di questa città e di chi dovrebbe proteggerti non ti fidi più neanche un po’. È questa la parte più impressionante di tutta la vicenda. Certo, ci sono le responsabilità della Società. C’è la conferma dell’assoluta incapacità di gestire un circuito on line, prima di tutto, perché se ogni volta Listicket va in tilt e non consente che l’acquisto di pochi tagliandi e dopo almeno dieci ore di connessione, vuol dire che non sei in grado di effettuarla affatto la vendita on line. C’è la scelta degli steward, su cui si potrebbero scrivere pagine e pagine, come sulle cifre ridicole che ricevono come compenso per le loro prestazioni, che non valgono un’unghia incarnita di un alluce destro di fronte ai pericoli che si corrono in occasione di vendite del genere. Ci sono gli addetti ai botteghini, stipendiati dalla Società, che consentono a quelli che arrivano loro di fronte di acquistare anche più di un biglietto a testa, in barba ad ogni regola scritta e non e solo per paura. Ma c’è un punto su cui, secondo me, dovremmo tutti riflettere. De Laurentiis la polizia l’ha chiamata. L’ha convocata, per la vendita ai botteghini. L’ha messa al corrente che la vendita sarebbe iniziata quel giorno e a quell’ora. Se quelle stesse forze dell’ordine che avrebbero dovuto vigilare non sono riuscite ad impedire i soprusi, la legge del più forte, il bagarinaggio a pochi metri dallo stadio e poco dopo la fine dei biglietti, a tirare giù dalle grate i capoclan abbarbicati a dettar legge, allora, di che cosa parliamo? Di fronte all’inesistenza dello Stato e alla sua omissione di soccorso non c’è granché da aggiungere. Anche su questo sito, più volte, si è affermato che non spetta a noi ergerci a salvatori della città, ma occorre solo che ci affidiamo alle istituzioni, denunciando, in primo luogo. Bé, il mio amico Fabrizio – e tanti altri insieme a lui – mi ha raccontato di aver rivolto qualche domanda alla polizia e di essersi sentito rispondere: “ma che ci andate a fare a Londra, con questi fetenti? Noi non interveniamo con queste persone”. Fabrizio alla fine si è arreso di fronte all’evidenza: per le persone oneste, in questa città, non c’è tutela. I gruppi organizzati che si muovono come organizzazioni militari, come ci racconta Filippo. Alcuni che bloccano la fila, altri sopra il botteghino che con passamano consegnano i documenti e acquistano serenamente i biglietti. Neppure di fronte a questo la polizia può intervenire? Non si tratta di stabilire l’ordine di precedenza in una fila, si tratta di tirare giù persone dall’alto di un botteghino. O è normale appollaiarsi là sopra durante una prevendita? Ci viene ripetuto continuamente che sono le istituzioni che dovrebbero intervenire, che sono loro preposte a tutelarci, sia che si tratti di parcheggiatori abusivi sia che si tratti di violenze gratuite o bagarinaggio. Ecco, allora io mi domando: dove sono le istituzioni? Dov’è lo Stato, a Napoli? Il 28 ottobre 2011, all’indomani della scandalosa vendita dei biglietti per BAYERN-NAPOLI, intervistato da Tuttonapoli.net, il questore di Napoli, Luigi Merolla, commentò il caos degenerato in risse affermando: “Pochi uomini in campo? Non direi, c’erano novanta poliziotti e un centinaio di steward della Società Napoli, è chiaro che bisognerà organizzarsi meglio. Per questo motivo però ho deciso di effettuare la proposta al Napoli di una vendita tramite meccanismi online, solo online”. Era fiducioso, il Questore, quando diceva: “C’è tempo per fortuna e lavoreremo per questo con il Napoli Calcio”. Aggiunse: “Il nostro intento è quello di aiutare i cittadini a vivere al meglio la città anche in queste occasioni”. Ecco, sono passati quattro mesi e mezzo e abbiamo assistito alle stesse scene, alla stessa violenza, agli stessi soprusi e alla stessa immobilità dei poliziotti presenti in mezzo a questo scempio. E non si tratta di immobilità da incapacità, ma di immobilità consapevole, volontaria. “Noi non interveniamo con queste persone”. Bene, continuo a domandarmelo: dove sono le istituzioni, a Napoli? Dov’è lo Stato? Se ci guardiamo attorno, si vede solo la camorra. E di questo certo non si può incolpare solo De Laurentiis. Ilaria Puglia p.s. A proposito del termine “camorra”, Marc Monnier, in La camorra: notizie storiche raccolte e documentate, del 1862, afferma “Il vocabolo si applica a tutti gli abusi di forza o di influenza. Far la camorra, nel linguaggio ordinario, significa prelevar un diritto arbitrario e fraudolento”.

ilnapolista © riproduzione riservata