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C’era una volta il manto erboso al San Paolo (e Vargas secondo me a pallone sa giocare)

Guardare la partita del Napoli ieri sera mi ha portato indietro di oltre vent’anni, a quei campi polverosi dell’area nord di Napoli oppure quelli in Cilento. In pratica erano spiagge, quando qualcuno partiva in velocità si alzavano polveroni come se stesse passando un bisonte. Oppure, improvvisamente, in alcune zone la palla si impantanava in una montagnella di sabbia e si fermava lì. Così era ridotto ieri sera il fu manto erboso del San Paolo.Ho letto che – giustamente – anche Walter Mazzarri si è dichiarato preoccupato ma ha affermato di aver ricevuto garanzie per la prima giornata del campionato. Speriamo bene.
È la cosa che più mi ha colpito dell’amichevole contro l’Olympiakos. Quanto al resto, che dire? Un’amichevole è sempre un’amichevole. Certo il primo tempo è stato piuttosto preoccupante, ma in fondo il calcio d’agosto lascia il tempo che trova. Sarò lunare, ma per la prima volta ho visto in azione Vargas e a mio avviso non è male. È indubbio che a calcio sappia giocare, probabilmente ha un deficit di personalità, sente di essere sotto pressione. Ma di certo tecnicamente non è un brocco. Nel calcio, come nella vita, conta molto sentirsi a proprio agio in un contesto. Insigne gioca col vento in poppa e si vede, Edu invece è consapevole di non essere apprezzato. Adesso non so di chi sia la colpa, probabilmente in parte sua e in parte dell’allenatore (fate voi le percentuali). Di certo non possiamo perdere un anno a recuperarlo. A questo punto meglio darlo in prestito, anche se non mi meraviglierebbe una sua annata positiva.
Poi vorrei parlare di Inler, magari la prossima volta. Il secondo acquisto più importante dell’era De Laurentiis, che continua a giocare ben al di sotto del valore di mercato (16 milioni di euro).
Massimiliano Gallo

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