La ssc Napoli ha offerto un contentino ai gruppi organizzati delle curve per tenerseli buoni? Può darsi. A pensar male si fa peccato, ma l’annuncio della possibilità di abbonarsi anche per i non tesserati fatto il 30 agosto solleva il dubbio. Gli ultras, neanche una settimana prima, avevano minacciato contestazioni in caso di mancati investimenti sul mercato.
Allora, la situazione è questa. Le sigle del tifo non hanno un bel rapporto con De Laurentiis. I buoni risultati sportivi della squadra non hanno mai legittimato vere contestazioni, ma gli ultras non vedono di buon occhio la dirigenza.
Il primo segnale di rottura tra gli ambienti delle curve e la società si è avuto intorno alla trasferta di Pechino. Striscioni, graffiti sui muri, volantini-pamphlet: i gruppi bocciavano la scelta di giocare in Cina e annunciavano la loro diserzione alla trasferta.
La battaglia non è stata popolare e non ha avuto grande successo per una serie di ragioni. Perché molti tifosi del Napoli sapevano già di non poter andare a Pechino non per motivi politici, ma per ragioni più banalmente economiche. Perché la maggior parte dei supporter aveva coscienza che, pur con la Supercoppa a Torino, con un settore ospiti da poche migliaia di spettatori la partita se la sarebbe vista in tv. Perché, infine, la gran parte degli appassionati di calcio non ha la trasferta nel proprio Dna (tanto meno l’11 agosto).
In ogni caso, il match con la Juve è andato come è andato e la questione è finita lì.
Si arriva al 24 agosto, il day after la cessione di Gargano all’Inter. I gruppi escono un nuovo volantino (rilanciato anche da Dagospia) il cui senso è: “De Laurentiis, o entro il 31 fai acquisti che danno un senso ai profitti di questi anni, o sarà contestazione”.
L’ultimatum è scaduto. Da quel giorno la società ha chiuso tre operazioni. Ma è chiaro che una mezz’ala talentuosa dalla B, un difensore brasiliano da aggregare alla Primavera e un terzino 30enne per infoltire la panchina non sono definibili colpi che fanno sognare i tifosi.
Proviamo a immedesimarci nell’intelligence della ssc Napoli. Qual è il rischio “ambientale”? Che la squadra (speriamo proprio di no) possa stentare un po’ in avvio di campionato, dando il là alla contestazione delle curve. A differenza della trasferta di Pechino, tema senz’altro freddo, acquisti e gestione delle sessioni di mercato sono una faccenda caldissima, dove gli ultras avrebbero gioco facile a coinvolgere l’opinione pubblica azzurra in un clima di protesta. Il pericolo è quello di trovarsi, magari per via di un paio di pareggi di troppo, a dover fare i conti con un San Paolo rovente.
Qui si innesta la possibile moneta di scambio offerta dalla società per pacificare l’ambiente. Il 30 agosto, a ventiquattro ore dalla chiusura del mercato, Alessandro Formisano annuncia che dal giorno successivo sarà possibile attivare un voucher elettronico, gratuito e nominale, che permette di abbonarsi alle gare interne della squadra anche a chi non ha sottoscritto la Tessera del Tifoso.
Sono tagliati fuori quanti hanno sulle spalle daspo e provvedimenti restrittivi per violenza da stadio, così come il voucher non permette l’acquisto di biglietti per le trasferte, ma l’annuncio rappresenta lo stesso un’importante soddisfazione per i gruppi organizzati. Agli ultras, in pratica, viene data la possibilità di abbonarsi allo stadio anche senza “cedere” alla Tessera del Tifoso, istituto che hanno sempre osteggiato. Per loro è una comodità, un sollievo economico e, soprattutto, una vittoria politica.
Il voucher è stato adottato già da un anno dalla As Roma e ora da altre società di serie A, ne va tenuto conto. Ma che il Napoli lo annunci il 30 agosto sembra proprio un gesto diplomatico.
Roberto Procaccini