Secondo il refrain di questo campionato, Napoli-Lazio al San Paolo è una di quelle partite (in attesa che si sveli la Roma di Zeman) che dovrebbero indicare l’anti-Juve. Le due squadre (nate dal primo magistero di Reja) non ci arrivano di slancio. La Lazio ha perso la prima partita, il Napoli ha frenato a Catania. Poiché in Sicilia il Napoli è andato tutto in confusione, non era dunque il vero Napoli, Mazzarri propone agli stessi uomini in tilt di rifarsi tre giorni dopo. E’ probabile l’inserimento di Behrami a centrocampo al posto di Dzemaili. Invariato il resto. Qualche cambiamento potrebbe venir fuori domenica a Genova contro la Samp, terza partita in sette giorni.
Mesto non è ancora pronto per avvicendare Maggio, Zuniga è un pupillo del tecnico, Inler è uscito a Catania solo perché ammonito (non è andato peggio degli altri, ha detto Mazzarri), i tre tenori non si toccano e, oplà, il Napoli è questo qua. Un tentativo affascinante sarebbe forse quello di schierare Insigne per Zuniga, pungendo di più il lato destro della Lazio. Amen. Mazzarri va giustamente per la sua strada. Paradosso: per molti azzurri non è stato un bene riposarsi contro l’Aik. Ci sono giocatori (Maggio?) che hanno bisogno di giocare sempre. Il turn-over ha questo risvolto curioso. Un problema potrebbe essere il “ritardo” di Cavani, reduce da un’estate stressante, dalle Olimpiadi alle partite nelle qualificazioni mondiali.
La Lazio è squadra da trasferta? Sei punti su sei, 1-0 a Bergamo, 3-1 al Chievo. Petkovic, l’elegante e severo signore bosniaco scoperto da Lotito nella periferia calcistica svizzera, dice che nessuno è forte come la sua formazione. In realtà, dopo un inizio stentato, ha tirato fuori una signora squadra, però sempre legata ai gol di Klose sebbene pare sia l’annata di Hernanes, il brasiliano dai tocchi magici e dai tiri improvvisi. Il 4-1-4-1 della Lazio creerà qualche difficoltà al Napoli con Ledesma regista arretrato davanti alla difesa e le tre mezze punte (Gonzalez, Hernanes, Mauri) a sostegno di Klose (Candreva più in appoggio al centrocampo, attenzione alle sue conclusioni dalla distanza). Infiammano il match molti confronti: Inler-Ledesma, Cavani-Klose, Hamsik-Hernanes. Potrebbero pilotare le svolte della gara e incidere pesantemente.
Sarà fondamentale la partita di Inler, la rapidità con cui innescherà le ripartenze (con Behrami più a protezione della difesa). Il riscatto di Hamsik e Pandev dall’opaca prova di Catania sembra scontato. La difesa azzurra è sempre sotto osservazione. A Catania, raramente impegnata, ha concesso tre palle-gol (Spolli, due volte Gomez) giocando però piuttosto scoperta. Maggiormente protetta, si dovrebbero escludere svarioni. Hernanes va fermato a tutto campo.
Sarà una partita tatticamente interessante per come i due allenatori sapranno predisporre mosse e contromosse. Nei cambi il Napoli sembra meno dotato (Insigne), la Lazio ha un grosso potenziale offensivo in panchina (Floccari, Kozak, Rocchi, persino Zarate). Mazzarri vuole un Napoli feroce, cioè con la giusta carica nervosa, senza la “camomilla” di Catania, però capace di creare spazi per attaccare e farlo velocemente. La spinta degli esterni sarà essenziale per impegnare la difesa laziale che, schierata a quattro, coprirà bene le fasce. Così che dovrebbe essere la migliore qualità a centrocampo a incidere sul match. Tra Hamsik ed Hernanes potrebbe venir fuori l’uomo-partita.
E’ scontro apertissimo. Su Klose doppio controllo (Cannavaro in prima battuta, Aronica in seconda?). Le marcature strette potrebbero ridurre il match a un partita a scacchi (0-0 l’anno scorso). Giocando meno contratte, Napoli e Lazio dovrebbero offrire spettacolo e gol. Sette ne fecero un anno e mezzo fa con lo stesso arbitro di stasera (Banti) e il gol di Brocchi non visto dal guardalinee Maggiani che lasciò la vittoria al Napoli (4-3, tripletta di Cavani). Di quel match il Napoli conserva sette giocatori, la Lazio è nuova per sette undicesimi. E’ diventata più forte la Lazio, come dice Pektovic?