Consiglierei di eliminare gli specchi, comprare un bel paio spesso di tappi per le orecchie e di leggere i giornali solo per consultare i programmi tv e leggere le previsioni del tempo.
Il Napoli non vince a Catania e questo non fa notizia. Non si strappano infatti i 3 punti agli etnei dall’epoca jurassica in cui Dionigi e Montezine erano il centravanti e il fantasista della squadra. E poi, storicamente, è sempre stato un campo stregato, avaro di punti e procuratore di prestazioni infelici. Ma, se nel corso delle passate stagioni, gli alibi, gli episodi ed anche l’atteggiamento negativo avevano portato pochi punti, è pur vero che abbiamo considerato da sempre gli avversari ostici, soprattutto in casa. Dunque il dispiacere e il rospo della non vittoria lo si ingoiava più velocemente, come uno scatto di Caniggia. Il pensiero comune del giorno dopo recitava costantemente più o meno così: ci sta di non vincere a Catania. Campo difficile per tutti.
Ho condiviso questa logica quando Quagliarella e Lavezzi non si passavano la palla e Morimoto si mangiava gol a grappoli, l’ho condivisa anche quando pareggiammo due anni fa, rendendoci pericolosi solo due volte in 95 minuti, e pure la passata stagione, quando le prendemmo con Fernandez e Fideleff in difesa e Santana a centrocampo, durato una mezz’oretta prima di farsi cacciare fuori, eh. L’ho condivisa, sì, ma oggi non ci riesco. Proprio perché l’anno scorso in undici contro dieci le prendemmo.
A noi questa “impresa” non è riuscita, anzi. E c’erano tutti i presupposti. La vera riflessione che mi viene da fare è: come di fa a produrre una-due azioni pericolose in una partita che sai di dover vincere a tutti i costi? Come fai a sentirti stanco quando sai che per 90 minuti avrai un uomo in più?
Il Napoli ieri non mi ha dato l’idea di voler vincere la partita a tutti i costi. Ha giochicchiato a ritmi da lumaca e si è specchiato di nuovo nell’atmosfera euforica che si avverte nell’aria o tra le pieghe dei titoli dei giornali.
Io ho avvertito solo una grande, lenta, presunzione inconcludente che all’ingresso della quinta punta è diventata paura di non avere più tempo. La notizia non è un Napoli che non vince a Catania. Ci sta. Pochi prenderanno punti qui, blablabla…
La notizia sta nel fatto che il Napoli, che dovrebbe essere annoverato nella lista dei “pochi” a prendere punti a Catania, con un uomo in più per tutti i 90 minuti, non riesca non dico a vincere, ma nemmeno a provare a vincere. Provare.
Mi sa che in questi giorni Walter non sia riuscito troppo a fare il pompiere. Quella partita lì, un uomo in più, col caldo, la stanchezza e la nube sfiga che aleggia sulle nostre teste al Massimino, si doveva vincere. A tutti i costi. O, al limite, “solo per sfortuna non ci siamo riusciti”.
E ieri, tutto questo, non è successo.
Mercoledì dovrebbero, di regola, cadere le prime teste. Non possono essere ammesse più distrazioni. Si entra nella fase calda. Rompete gli specchi e tappatevi le orecchie. Sui giornali poi, ci sono anche gli oroscopi da poter leggere. Non crederci sarebbe follia.
Forza Napoli Sempre
La 10 non si tocca.
A.A.A. Cercasi Gokhan
Gianluigi Trapani