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Il tempo è stato galantuomo con Mazzarri e il suo turn over

Turn over. Com’è strano il destino di Mazzarri. L’anno scorso, di questi tempi, lo massacravano per i continui e, a volte, spropositati turn over che adottava. Ricordo che, dopo la sconfitta di Verona e il pareggio a Novara, fu criticatissimo e messa una taglia sulla sua testa. “È un pazzo. È un esaltato. Non sa gestire rose troppo ampie. Non esiste un turn over così. Internatelo”, questo ed altro ancora.

Attualmente, leggendo i giornali, non c’è giorno in cui non ci sia almeno una notizia su Mazzarri. I complimenti si sprecano. La rotazione a 360 gradi dell’intera rosa, è roba da maghi ormai. Nel giro di poco, da allenatore piagnone e limitato, è ora quasi considerato il messia della panchina con metodi da brevettare.

Di fatto, la rosa non è cambiata tantissimo. Abbiamo un esterno in più (che non è poco) e un difensore più fisico al posto di Grava. In attacco e a centrocampo sono cambiati un paio di nomi, ma numericamente siamo gli stessi.

A cosa questa metamorfosi? Non credo che in 12 mesi le capacità dell’allenatore siano potute lievitare così velocemente, tanto da cambiare le alchimie dei turn over.

Il peso della Champions. Credo sinceramente che se il Napoli oggi giocasse la Coppa Campioni, Insigne sarebbe a Pescara, Vargas in Cile, Fernandez al Bologna, e El Kaddouri al centro di una lite tra Inter e Juve. Quando avrebbero giocato? E come?

L’Europa League per noi è fondamentale. E non per il valore della coppa in sé, ma perché, giocando tutti, crea armonia, cementa il gruppo e fa riposare (soprattutto) e perché può considerarsi  la palestra dei nostri giovani. Giocando una competizione meno oppressiva e vivendo e frequentando comunque quotidianamente il gruppo e i campioni che ne fanno parte. In modo che poco alla volta si possano integrare nei meccanismi della prima squadra senza vivere la frustrazione di giocare pochissimo (vedi Rossitto, Dumitru, Dezi ecc  ecc) o subentrare in situazioni disperate (vedi Vargas l’anno scorso).

Quando c’è la Champions, il turn over lo si fa in campionato per essere al top il mercoledì. Ma, essendo il campionato ciò che intimamente ci interessa di più, non si riuscivano a sopportare punti buttati o prestazioni negative. “È palesemente colpa del turn over”. Il campionato è di fatto il termometro dell’umore.  E oggi in Olanda, anche se dovesse andar male,  a nessuno verrebbe in mente di chiedere lo scalpo di Walter o di crocifiggere Vargas o Donadel. I giovani hanno bisogno di più tempo e di meno pressioni. E in questo, la Champions non aiuta gli allenatori.

L’anno scorso si cercò di farlo in campionato, ma la pressione enorme, le difese più arcigne rispetto a quelle europee e un po’ di sfortuna, non diedero quell’apporto e i risultati che da una rotazione ci si aspetta.

Il primo anno di EL giocavano quasi tutti i titolari, ora, con l’esperienze fatte anche in CL e con un solo obiettivo bello e chiaro,  possiamo permetterci di schierare una seconda squadra completamente diversa. Siamo cresciuti, tanto. E l’allenatore ritengo che stia facendo i salti mortali per valorizzare questo gruppo. Così come provò a fare la stagione scorsa, con poca fortuna.

Nelle 2 formazioni che si cimentano in Champions, El Shaarawy si sta facendo valere e sono contento per lui, ma è veramente un’eccezione. Gli altri giovani delle grandi squadre rischiano di diventare meteore o ennesimi fallimenti. Nella Juve, Pogba ha giocato qualche scampolo di partita e domenica dovrebbe essere schierato dal primo minuto Marrone. Non oso immagine, se dovessero non vincere a Siena. Giovinco, che non si può considerare più una promessa, rischia seriamente di bruciarsi di nuovo, nonostante la rotazione costante degli attaccanti.  Nel Milan, oltre il già citato Faraone, i calciatori sotto i 25 anni che dovrebbero emergere sono: Bojan, Strasser, Niang, a oggi,  non pervenuti e Pato(che avrebbe dovuto giocare al posto di El Shaarawi) il cui viso è stato dimenticato dai più. L’Inter che gioca come noi l’EL, può meglio giostrare le risorse. Mi aspetto per questo, grandi cose da parte di Coutinho e Alvarez, ma è anche vero che, la passata stagione, disputando la Champions, costoro il campo lo vedevano decisamente col contagocce.

Mazzarri è lo stesso, può solo lavorare meglio rispetto al passato. E lo dimostrerà ancor di più, quando i suddetti giovani inizieranno a scalpitare anche in campionato, se non lo sta giá facendo qualcuno.

Stasera godiamoci i nostri ragazzi guidati dal divino San Walter, e  sentitamente ringraziamo il turn over integrale.

Gianluigi Trapani

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