Non ci volevo credere. Non poteva essere vero che l’allenatore della Nazionale italiana faceva lavorare in disparte i giocatori della Juventus seguendo le direttive imposte dall’allenatore – squalificato – del club. E quindi ho aspettato. Anche perché questo clima di attesa non mi piace. Per me Juventus-Napoli non è la madre di tutte le partite, io non canto ogni due-tre allo stadio quel coretto che sa tanto di senso di inferiorità e perché, lo ripeto, io la Juventus l’ho battuta, scamazzata e stracciata tante di quelle volte che non mi fa specie.
Però il troppo è troppo. E così stamattina, di fronte all’evidenza, sono stato costretto ad arrendermi. E l’evidenza è un pezzo a piede di pagina, nello sport, pubblicato sulle pagine de La Stampa (giornale juventino più di Tuttosport). Titolo: «Prandelli e il “codice Conte”: i bianconeri lavorano a parte». In cui l’inviato Marco Ansaldo scrive: «Non può essere un caso che cinque bianconeri si allenassero in un campo diverso da quello che ospitava il resto degli azzurri, con l’eccezione di Buffon, impegnato con i portieri, e di Bonucci e Giaccherini al lavoro in palestra. Pirlo, Marchisio, Chiellini, Barzagli e Giovinco eseguivano i loro esercizi sotto lo sguardo di Prandelli e del preparatore Giambattista Venturati, la Nazionale ne faceva altri e in disparte. Evidentemente per la parte atletica Prandelli ha accettato (c’è scritto così, ha accettato, ndr) l’impostazione del programma che gli ha inviato Conte dopo la telefonata che ha stabilito un patto di collaborazione, o almeno l’armistizio tra il club e lo staff azzurro. Niente di male – aggiunge Ansaldo – anzi è il primo passo verso un rapporto più corretto e propositivo. L’unica domanda – se la pone persino l’inviato della Stampa – è cosa ne penseranno le altre squadre e gli altri allenatori che forniscono alla Nazionale meno uomini che la Juve ma qualcuno lo concedono. Protesteranno denunciando il favoritismo? Spediranno al ct copia del loro sistema di lavoro così che gli allenamenti degli azzurri procederanno a chiazze come un patchwork?». E poi termina con una battuta su Zeman e De Rossi, del tutto trascurabile.
Insomma, Prandelli è agli ordini di Conte. Certificato da un articolo della Stampa nonché da un corsivetto della Gazzetta dello Sport, ovviamente in difesa dell’allenatore della Juventus.
Francamente io non ricordo una cosa del genere. Che non esito a definire imbarazzante per il commissario tecnico della Nazionale. Beh, a questo punto è difficile prendersela con quei tifosi del Napoli che non vedono di buon occhio la Nazionale. L’Italia è l’Italia, appunto. E bisogna trattarla come tale. Senza fare figli e figliastri.
Massimiliano Gallo
Prandelli agli ordini di Conte. La Nazionale allena a parte gli juventini
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