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Un errore snobbare l’Europa League, una grande squadra dev’essere competitiva sempre

Poiché è stata fatta una scelta (il campionato, l’Europa vada come vada) di che cosa vogliamo parlare? Mazzarri ha giustificato il profondo turn-over di Eindhoven con l’obiettivo della società di puntare tutto sul torneo nazionale. Allora, consideriamoci in corsa per lo scudetto o, al minimo, per il secondo posto. Perché, poi, figuracce del tipo Eindhoven pretendono questi altri traguardi. Esonerati i titolari dal servizio europeo ci diano sotto in campionato.

Dice Mazzarri che l’anno scorso gli impegni della Champions hanno portato via al Napoli 12 punti in campionato. Non sarebbero bastati per lo scudetto con la Juventus finita avanti di 23 punti, né per acciuffare il secondo posto (Milan 19 lunghezze più su a fine torneo). Un turn-over “esagerato” non porta mai bene. Si rischia di fallire tutti gli obiettivi. Mollandone uno, dov’è la sicurezza di centrare l’altro?

L’Europa League non può essere la partita di allenamento del giovedì in cui il Napoli prova le “seconde linee” per farle “crescere” e averle più pronte per la prima squadra. Si potrebbe anche farlo, ma limitandone gli inserimenti nella formazione-tipo. L’impegno di Eindhoven meritava una maggiore “attenzione” anche prevalendo l’interesse per il campionato. Tre giorni dopo il Napoli gioca contro l’Udinese anch’essa impegnata in Europa (a Liverpool con tutti i titolari). Affaticamento uguale per le due formazioni. Valeva la pena, in Olanda, schierare in partenza un centrocampo meno avventuroso, una difesa con Cannavaro al centro, almeno un attaccante di grido. E’ tutto da dimostrare che, come dice Mazzarri, contro il Psv avrebbe potuto perdere anche la “prima” squadra. A fronteggiare gli olandesi il Napoli-bis neanche ci ha provato. E’ sceso in campo senza convinzione e il margine di sicurezza che poteva avere di cavarsela in qualche modo gliel’ha tolto il primo gol (pasticcio Rosati-Fernandez), poi gliel’ha disintegrato la facilità con cui gli olandesi venivano a rete. Era possibile montare una partita intelligentemente difensiva? Non è nelle corde del Napoli, neanche del Napoli-bis. E, allora, amen.

Qualcuno osserva che le “riserve” non possono essere condannate a rimediare figuracce in una formazione di tutte “riserve”. Dovrebbero avere sempre il conforto di tre, quattro “presenze” importanti. Cioè un Napoli-bis fino a un certo punto. Osservazione condivisibile, ma allora l’orgoglio, l’impegno, l’occasione d’oro dei rincalzi di “fargliela vedere” ai titolari? Il Napoli-bis non è mai entrato in partita a Eindhoven e Mazzarri è apparso rassegnato a bordocampo. La squadra si è sentita abbandonata al suo destino, tanto la società pensa solo al campionato? Non vale neanche l’”alibi” dell’infortunio sul primo gol che ha indirizzato le sorti del match. Il Napoli di Eindhoven, tecnicamente inferiore all’avversario, non ha avuto grinta, coraggio, anima, carattere per rendere dura la vita gli olandesi. Questo, soprattutto, è mancato. E ora bisognerebbe sapere come Mazzarri ha preparato la partita.

Snobbare l’Europa minore, dopo essersi esaltati in Champions, è comunque una scelta a discapito del crescente prestigio del club azzurro. Bisogna essere competitivi sempre se si vuole puntare a essere una grande squadra. Che cosa succederà nella prossima trasferta europea in Ucraina (giovedì 25 ottobre), cinque giorni dopo il match di Torino con la Juve? Ci sarà un ripensamento sulla scelta esclusiva del campionato schierando più titolari per non essere buttati subito fuori dall’Europa League che è sempre un danno di immagine? O, a prescindere dal risultato di Torino, si andrà avanti col Napoli-bis? A fine mese, il Napoli contro Juve e Dnipro si giocherà una buona parte della credibilità della sua stagione. Le due partite serviranno a chiarire la dimensione esatta del Napoli. Ambizioso solo nei programmi o forte sempre e comunque sul campo?

MIMMO CARRATELLI

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