Credete a me, che sono paranoico. Un arbitraggio come quello di ieri ci fa male, molto male. Prometto di farla breve, voi promettete di seguirmi?
Non la metterò sul decubertisinismo e sul diritto sportivo, e cioè che un arbitraggio scorretto e fortemente punitivo per l’avversario è una violazione della regola base dello sport, che si chiama “par condicio” di tutti i concorrenti.Mica ci occupiamo di sport, noi, siamo tifosi. E io già vi vedo che sorridete marpioni, “ma che ce ne fotte, avimm’ venciuto”, potrei fare nomi di illustri napolisti che sono su queste posizioni ma non voglio essere cacciato da questo illustre club prima di entrarvi. No, davvero, ecco il punto…Anzi due punti
1) Intanto non è il primo caso quest’anno e i casi cominciano a esser troppi per non provocare qualche “compensazione”. E non c’è bisogno dell’ostile e prevenuto osservatorio di Panorama per sapere che già col Parma abbiamo avuto l’arbitro dalla nostra. E altre volte… rischiando il linciaggio potrei dire: con la Lazio. Si può rispondere, sì ma a Pechino bla bla bla, e io qui vi volevo. Vado al secondo punto. dal titolo: la gerarchia delle schifezze arbitrali è un bavaglio per gli onesti e i meno forti.
2) La paranoia aiuta a capire il potere e come funziona. E siccome il mondo-calcio funziona secondo le regole del potere, possiamo ben vedere che la meccanica del torto arbitrale funziona secondo il manuale Cencelli del pallone. Il Manuale Cencelli, per chi sia una persona sana di mente e non segua la politica, è la regola di fatto non scritta che modula la divisione dei posti in qualsiasi ente o luogo di potere sulla base della forza dei partiti o dei notabili in campo. Insomma è la regola pe “spàrtere e’ post”. Ed è il modo usato dal potente per corrompere con un piatto di lenticchie il meno forte.
Non dico che gli arbitri lo facciamo volontariamente o consapevolmente, non ho le prove per dirlo. Ma gli occhi per guardare il calcio sì. E se guardi bene, vedrai che noi siamo favoriti con i più deboli di noi, i quali non prendono mai niente, neanche un rigore quando c’è (come il Pescara ieri), e siamo sfavoriti con i più forti. Rubiamo al Pescara per essere derubati dalla… insomma voi sapete con chi. E questa è la trappola politica nella quale non dobbiamo cadere. Noi dobbiamo rifiutare questo ingranaggio infernale, per spontaneo che sia, perché è l’apologia del potere dominante, perché ti coopta nel club dei ladroni. Una situazione nella quale noi non saremo mai primi. E noi invece l’ingranaggio dobbiamo romperlo.
Quindi diciamo, noi per primi, che il Pescara – e il Parma – a Napoli sono stati massacrati dall’arbitro. Questo non toglie nulla al Napoli, mentre restituisce a noi napoletani il diritto di criticare a tutto campo un sistema in cui – ne sono sempre più convinto – si sbaglia per rafforzare il potere dominante. Dobbiamo guidare la rivolta, non sorridere ebeti quando siamo favoriti e starnazzare come galline spaventate quando ci danneggiano, e con quale credibilità, poi? . In quel caso diventiamo folcloristici e vittimisti e infatti regolarmente, “gli altri” ce lo dicono. Un vecchio signore duemila anni fa scrisse che temeva i greci e i doni che portavano, e parlava del Cavallo di Troia (buoni con le battute).
Dobbiamo fare lo stesso. Perché quei “regali” sul campo non sono regali. Sono prestiti di un Usuraio Supremo che oggi ci tappa la bocca con il favore e che ci strozzerà quando ci toccherà il ruolo delle vittime. Perché ci toccherà. Lo so, sono paranoico, ma queste cose le ho pensate in una calda sera d’agosto, guardando una partita che si giocava in Cina e una protesta tanto isterica quanto debole. Nessuno ha pietà per il ladro derubato.
Vittorio Zambardino
p.s. ripeto che non so di comportamenti consapevoli degli arbitri, parlo dell’inconscio