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Quando De Laurentiis scopre la cazzimma e non bada ai soldi

Dieci milioni di euro. Tanto vale per De Laurentiis un capriccio, uno sfizio, una questione di principio. Sono i soldi cui rinuncia per fare uno sgarbo a Zuniga e a Juve e Inter.
La vicenda è nota. Il terzino colombiano è in scadenza di contratto: il Napoli considera irricevibile la sua richiesta per il rinnovo, Juve e Inter, che possono aspettare febbraio per ingaggiarlo a parametro zero, accelerano e fanno offerte alla dirigenza azzurra.
Ecco, Juve e Inter: i primi sono quelli della finale di Pechino e dell’ultima lotta scudetto; gli altri sono gli ex amici che nel giro di 6 mesi hanno giocato sporco su Campagnaro e Mazzarri. Gente per la quale, c’è da crederci, Aurelio non nutre grossa simpatia.
Qual è il punto? Ci siamo abituati ad immaginare il presidente del Napoli come una persona fredda, attenta all’utile e calcolatrice, soprattutto quando si parla di soldi. Perché Aurelio ama chiacchierare, è l’idea comune, è persona incazzosa e vulcanica, ma davanti alla moneta contante non ha pietà per i figli.
Torniamo ai fatti. Inter e Juve hanno presentato la loro offerta: 10 milioni di euro, o giù di lì. L’Aurelio che conosciamo farebbe questo ragionamento: “Piuttosto che perderlo tra 9 mesi a zero, dal momento che non ho intenzione di assecondarlo sul rinnovo, lo vendo e monetizzo”.
Invece non sta andando così. Si legge sul web che il presidente sarebbe intenzionato, come un Lotito qualsiasi, a tenersi Zuzù per un anno più di non dare la soddisfazione a juventini e interisti. Non è poco. Il caso Zuniga ci svela un aspetto inedito del carattere di De Laurentiis: quando vuole, anche solo per cazzimma, è capace di comportamenti irrazionali e antieconomici.

Roberto Procaccini

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