Ero a Caivano, ieri mattina. Con un taccuino, un cellulare e il tablet, a dettagliare un orrore di proporzioni epiche, un disastro ambientale senza precedenti, un genocidio autorizzato e senza speranze. Ero a Caivano, ieri mattina, a respirare solventi e vernici. Mi sono entrati dentro, nel naso, negli occhi, mi hanno afferrato lo stomaco e strappato l’anima, mi hanno fatto venire la nausea.
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Ilaria Puglia ilnapolista © riproduzione riservata