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La sottile differenza tra Caressa e Nelson Mandela. Il rimpianto di Civoli per Cannavaro

Massimo Mauro, a Sky: “Se il campionato finisse adesso, il Napoli sarebbe la vera delusione del campionato”. Non il Milan o l’Inter. Il Napoli.
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Mario Sconcerti, sempre a Sky: “Vado spesso a Napoli. Sento molte critiche, perfino troppe. C’è dello scoraggiamento che non ha nessun senso. Si può definire il Napoli una buona squadra, un’ottima squadra o la migliore. Non è la migliore, ma ottima sì. Se poi si deve essere soddisfatti solo della migliore, allora si pretende un po’ troppo”. È evidente che Mauro e Sconcerti non si parlano più.
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Sconcerti tira fuori la classifica dei punti conquistati nell’anno solare 2013: Juventus 89, Napoli 78, Fiorentina e Roma 68.
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A chiusura di una tambureggiante campagna, venerdì pomeriggio Caressa fa una lunga tirata contro le norme sulla discriminazione territoriale, che definisce inique e che – le norme – darebbero una brutta immagine del calcio italiano nel mondo. Soluzione? Per Caressa di razzismo non si dovrebbe mai parlare sui giornali e in tv, così gli ultrà la smetterebbero. Martin Luther King e Mandela tennero un’altra linea. Il mondo li ringrazia.
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Verso sera, ispirato dall’imbrunire, ancora Caressa sceglie il registro del sarcasmo mentre fa la telecronaca della Bundesliga: “Chissà se i tifosi dell’Eintracht adesso stanno cantando: noi non siamo dell’Alta Bavaria”.
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E comunque, a scanso di equivoci, il punto non è cantare: “noi non siamo napoletani”. Nessuno è mai stato squalificato per quel coro. Caressa dovrebbe saperlo.
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A dirla tutta, il fatto che di venerdì sera Fabio Caressa preferisca fare la telecronaca di Eintracht Francoforte-Augsburg anziché cenare a casa, la dice lunga pure sulle ricette di Benedetta Parodi.
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“I vincenti a volte hanno un carattere particolare. Io, Ferguson e Vittorio Pozzo siamo molto simili dentro e fuori dal campo, in fondo”. L’account Twitter parodia Alter Mazzarri rischia ogni giorno di più di essere preso sul serio.
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Mercato. Di Marzio: “Il Napoli farà un centrocampista, un centrale e un esterno”. Sconcerti: “Credo che Borja Valero sarebbe un giocatore ideale per il Napoli”. Certo. Pure Batistuta nel ’94.
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“L’obiettivo non può cambiare adesso. Se il Napoli era da scudetto domenica scorsa, lo è ancora”. Luca Marchegiani vince il Premio Barra Dritta. In senso buono.
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A “Il bello del calcio” (Canale 21) spendono un’ora a discutere di cosa non va nel Napoli. Civoli rispolvera un classico: “Deve giocare Cannavaro”. Mazzocchi dice che il Napoli è una delusione. Allora Gianni Ambrosino, direttore del Vg, si fa prendere la mano: “Diciamolo, un Napoli fallimentare”. A quel punto lo studio esplode: “Eeeeeeeeeh, fallimentare…”.
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Ah, Civoli era seduto accanto a Fedele.
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“Tifosi napoletani” su Tv Luna giovedì ha stabilito il nuovo record stagionale di presentazione degli ospiti, portando il suo primato a 3’45”, peraltro ottenuto con un vento contro di un metro al secondo.
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Stesso programma. Hugo Maradona viene introdotto come il fratello di un campione del mondo. Un po’ come in quel film di De Crescenzo, quando a Tele Mergellina arriva il parente di Parascandolo.
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Con Gennaro Montuori in studio c’è come al solito Idris, lo juventino che divenne celebre da Fazio. Palummella, gasatissimo, rivolge un invito alla sua conduttrice: “La prossima volta presentalo direttamente come zio Sam”. E per fortuna che dopo zio gli esce il nome Sam.
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Momenti da ricordare. “Il Napoli gioca il tic tac delle caramelle” (Fedele). “Huguaín e Albión” (Gennaro Montuori).
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A Canale 21 Vittorio Raio sfoggia una sua vecchia sciarada. “Se a dicembre stiamo pensando che servono giocatori a gennaio, perché allora non sono stati presi a luglio?”. Vietate le battute su Maggio.
Nando Deguti

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