Britos in avvio al posto di Henrique perché era più abituato di lui all’azzurro. Non volevo che il brasiliano si trovasse spiazzato davanti a tante maglie che non conosceva.
L’auto traversa di Mbaye mi ha fatto venire in mente il solito culo di Benitez.
Quando Britos dà le indicazioni ai compagni di reparto, sembra un parcheggiatore abusivo in mezzo a piazza Municipio.
Quando Pandev perde forza nelle gambe, diventa una sciuscella. Ma nell’azione del rigore non poteva rimanere in piedi. Veniva in velocità e la spinta lo ha sbilanciato.
Poi quel pallone lì. Un tiro già arginato e ormai innocente. Carambola su una gamba di Britos, carambola dietro la schiena e su una spalla di Reina, poi scivola in porta. Altra azione da classico culo di Benitez.
Non serve lamentarsi che il Livorno ha segnato alla prima azione della partita. I gol alla prima azione valgono lo stesso, eh.
La rabbia è aver preso gol pure in un pomeriggio in cui la difesa non è stata narcisa. Tra Britos e Fernandes 22 palloni spazzati via alla cieca dall’area.
Hamsik. A tratti il passo pareva quello dei giorni migliori. Il tempo degli inserimenti anche. A tratti.
Troppi lanci lunghi. Mai tanti come stasera. Ventidue per il solo Britos. Poi Fernandez 17, Inler 16, Jorginho 10. Non proprio il nostro gioco. E senza Higuain là davanti.
Per giunta il giro palla nel secondo tempo è stato di nuovo lento. La stanchezza di Coppa qualcosa c’entra, se il migliore è stato Jorginho.
Nel primo tempo almeno avevamo il controllo del gioco. Ma non mi consola. Se c’è il controllo del gioco, la partita devi chiuderla. Oppure non serve a niente.
Ghoulam è proprio un bravo ragazzo. Comincia a regalare con puntualità un pallone a partita ai tifosi in curva. In 90 minuti ne ha toccati 102. Più di uno al minuto. Forse in questa squadra si esagera con il criterio di eguaglianza.
Reina ha toccato il pallone 45 volte. Pandev 20.
Dentro Zapata per una decina di minuti. Sperando che con tutti quei lanci lunghi ci facesse comodo un comò come lui. Lui è entrato e sono finiti i lanci lunghi.
La spaccata di Zapata. Fa rima ma non fa gol.
Non c’è arrivato per una questione di centimetri. Come i guardalinee quando sbagliano.
Queste sono partite che bisogna vincere, altrimenti diventa proprio inutile parlare di secondo posto.
Eppure penso all’inizio della stagione, quando di questa squadra si diceva che sapeva imporre il proprio gioco sulle più deboli e non riusciva a giocarsela con le più forti (Arsenal, Roma, Juventus).
Il Ciuccio