Lo diceva la Gazzetta martedì. “Dopo aver battuto la Juve, non avrebbe mai immaginato, De Laurentiis, che i suoi sbracassero in quel modo, a Parma. Il terzo posto lo costringerà a modificare i programmi per la prossima stagione, partendo dal mercato che potrebbe subire una frenata in attesa dell’esito del preliminare”. Questa la tesi. Senza Champions diretta, niente investimenti. Non prima di avere la certezza di un posto nei gironi. E’ probabile che le parole della Gazzetta siano il frutto di un colloquio informale con le fonti, cioè i dirigenti del Napoli. Forse Bigon, forse lo stesso De Laurentiis. Oppure, se così non fosse, si tratterebbe di una deduzione del giornalista. Basata su cosa? Basata su ciò che normalmente ogni anno si dice delle squadre che si piazzano al terzo posto: l’estate scorsa si parlava in questi termini del Milan.
Però c’è un però, vale sia nel primo che nel secondo caso. Il mercato del Napoli dovrà essere diverso. Diverso da quelli del passato e diverso da quello che la Gazzetta ipotizza. Terzo posto o no, non potrà esserci nessuna frenata. Intanto perché i soldi da investire non vengono dal tesoretto della nuova (eventuale) partecipazione ai gironi di Champions, ma sono già in cassaforte. Non lo dice la Gazzetta, ma lo disse De Laurentiis qualche tempo fa, quando in molti aspettavano il grande colpo e invece fu una sessione di ritocchi (peraltro azzeccati tutti): Jorginho, Henrique, Ghoulam. Trentuno marzo scorso, conferenza stampa della presentazione del ritiro di Dimaro. De Laurentiis dice: “Non potevamo cambiare tutti i giocatori. Rafa ha la logica della verifica, poi a gennaio siamo intervenuti su un mercato difficile. A noi avrebbe fatto più comodo spendere più soldi e ammortizzarli in questo bilancio piuttosto che accantonarli e pagarci le tasse su”. Chiarissimo. I soldi a gennaio c’erano, ma sono stati messi da parte. Se c’erano a gennaio, ci saranno anche in estate. E non dopo il preliminare di Champions, aspettandone l’esito. Ma prima.
Del resto, ma la Gazzetta non lo notava, aspettare l’esito del preliminare significa non muoversi fino al 27 agosto. A quel punto il Napoli avrebbe 4 giorni di mercato. Pur avendo dei soldi pronti da investire. Inverosimile. E se il preliminare non si superasse? Non sarebbe comunque una squadra da rafforzare per avvicinarsi alla Juve? Ecco perché sarà un mercato diverso. Il Napoli dovrà operare subito, altro che attendere l’esito del preliminare. Il Napoli dovrà stringere i tempi per i giocatori che il suo settore scouting tiene sotto osservazione già a inizio giugno. I Mondiali, altro elemento da non sottovalutare, rischiano altrimenti di far salire i prezzi di calciatori che prima o durante costerebbero meno. E le lunghe vacanze post-Mondiali impongono di dare a Benitez una rosa già accettabile su cui lavorare da metà luglio. Un mercato lampo, insomma. Questo dobbiamo aspettarci. Senza l’alibi del preliminare. Noi siamo qui, a vigilare.
Il Ciuccio