Sarà la sfida tra due allenatori non aggressivi. Non vorremmo qui scomodare l’appellativo persone perbene, perché persone permale non ce ne sono. Ma sembra una vigilia non italiana quella tra Napoli e Fiorentina. Entrambe le squadre in udienza dal Papa; e, soprattutto, nessuna dichiarazione di guerra tra i due allenatori e le due società; anzi, tra i due tecnici solo parole di apprezzamento. Da noi accade raramente. Soprattutto negli ultimi tempi. Bisogna riconoscere che Montella è forse l’allenatore più sportivo della serie A; un tecnico che non ha quasi mai pronunciato una parola fuori posto. Eppure la sua Fiorentina, diciamolo, in questi due anni di torti arbitrali ne ha subiti tanti. Talvolta la sua arrendevolezza mediatica dà persino l’impressione che non sia ancora pronto per le grandi sfide. Un errore dovuto alla consuetudine di casa nostra: se non gridi, se non ti senti e ti dichiari in lotta contro il mondo, sembra che non conti nulla e, di conseguenza, non vincerai mai. Montella porta avanti un suo stile. È persino più anglosassone di Benitez che ogni tanto è ricorso ai luoghi comuni della sconfitta, ha cercato qualche specchio per aggrapparsi. Montella mai. Almeno non ce ne ricordiamo. Ha persino detto più di Rafa a proposito dei cori discriminatori contro i napoletani, lui che allena a Firenze dove, diciamo anche questo, non è che ci amino. Di Benitez abbiamo detto tanto sul Napolista, sapete come la pensiamo. La foto che ritrae i due tecnici in attesa di essere ricevuti da papa Francesco è un bel segnale per la finale di domani e magari anche il post-partita. Fossero sempre così le vigilie, magari vivremmo il calcio con minore tensione. Nella speranza ovviamente di non essere amaramente smentiti domani sera. Sia fuori che dentro il campo.
Massimiliano Gallo
Benitez e Montella ci regalano una vigilia diversa
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