Sinceramente, non m’aspettavo che il Napoli cedesse quasi del tutto l’amichevole al Paris Saint Germain facendo meno di quanto ritenevo potesse fare. Gli errori della difesa del secondo tempo (tre cambi escluso Britos) hanno “firmato” il successo dei francesi: Ghoulam non fa schermo a Ibra sulla rete del pari parigino dopo la deviazione di Rafael che “regalava” la palla allo svedese, Britos si fa giocare con una finta da Pastore sul gol vincente del Psg. Non c’era più Koulibaly nella linea a quattro.
Ma è tutta la squadra che mi ha deluso, soggiacendo alla superiorità dei francesi. Il centrocampo azzurro è stato inferiore sia nella prima parte di gara (Jorginho, Gargano, Hamsik col sostengo di Callejon e Insigne) contro Matuidi, Chantome, Cabaye, sia nella ripresa con Inler, Dzemaili, Michu e il soccorso di Mertens e Insigne contro Verratti, Pastore, Thiago Motta. Gli esterni Callejon e Insigne sono stati costretti a giocare di contenimento dalle discese continue di Aurier e Maxwell (primo tempo).
Mi aspettavo un Napoli attore al San Paolo, non comprimario. Ora è vero che il Paris Saint Germain è squadra di prima fascia in Champions (e già avanti nella preparazione, il campionato francese è appena iniziato), ma non c’è, almeno non c’è ancora, il Napoli della passata Champions. Questo non significa che vedo nero con l’Athletic Bilbao, sia perché i baschi non sono il Psg, sia perché il Napoli avrà altro spirito, e, mi auguro, altra tempra contro gli spagnoli.
Rafael ha compiuto qualche bell’intervento, ma ha “consegnato” a Ibrahimovic la palla del primo gol dei parigini (una buona parata di Andujar nella ripresa). Né Maggio, né Mesto sono stati convincenti. Ghoulam non è piaciuto. Koulibaly ha giocato solo il primo tempo ed ha avuto applausi perché ancora una volta ha tenuto fede alle promesse sbocciate sin dalle amichevoli a Dimaro. Britos è rientrato nella mediocrità, discreto sulla fascia sinistra, inaffidabile al centro. Albiol ha fatto il suo.
Con le ali tarpate dagli esterni difensivi del Psg e Hamsik marcato a uomo dal falloso Cabaye, la manovra offensiva ha stentato a decollare, risvegliata dall’ingresso di Higuain nella ripresa al posto del volenteroso ma ancora acerbo Zapata. Ma sono stati sprazzi di gioco, non un continuo controllo della palla. C’era comunque una bella riscossa offensiva di Insigne.
Forse, il clima amichevole (ma i francesi, quand’era necessario, entravano duri) ha appannato la grinta del Napoli, attento anche a non subire infortuni. Il gioco degli azzurri è stato raramente rapido e, a velocizzarlo, c’era solo Hamsik. Ma è stato lo scarso apporto sulle fasce (sovrapposizioni lente) a frenare l’attacco che, per vie centrali, col Psg pronto a raccogliersi, non aveva chanche.
E’ anche vero che con Higuain al cento per cento sarà un’altra musica, mentre, lunedì sera, si è notato un certo miglioramento di Michu (bella conclusione mancina), benché costretto a giocare in una formazione non proprio organizzata (il Napoli del secondo tempo).
C’è stata la conferma della necessità di avere un centrocampista di esperienza e personalità accanto a Jorginho, un po’ timido, per la verità, come era stato contro il Barcellona, ma affiancato senza ordine e sostegno prima da Gargano, poi da Inler.
Mancano sette giorni al primo match con l’Athletic Bilbao al San Paolo, andata dei preliminari Champions. Servirà un Napoli furente, organizzato, tenace e in controllo di palla per festeggiare. Si comincia a fare sul serio e il risultato conterà eccome. Servirà non prendere gol e farne almeno un paio per conquistare i gironi della Champions.
La crisi del calcio italiano continua. Nelle amichevoli internazionali i nostri club hanno raccolto più sconfitte che successi pur schierando numerosissimi stranieri. Sarà dura nelle coppe europee.
Mimmo Carratelli