Jorge Valdano. Di lui per sempre si dirà: l’unico calciatore che Maradona aveva in squadra ai Mondiali del 1986. Jorge Valdano è stato ed è anche molto altro. Oggi si è ricostruito un’altra vita, quella di scrittore. È uscito il suo secondo libro: “Le undici virtù del leader. Il calcio come scuola di vita”. Hanno già fatto il giro dei calciofili le sue frasi a proposito di Mourinho. Presto, probabilmente, lo faranno quelle sul Mondiale e il gol all’Inghilterra. Valdano parla di tanti calciatori. Tra cui i madrileni Callejon e Higuain. Ecco cosa scrive di loro.
Gonzalo Higuaín
Di Higuaín mi piace tutto, perfino come festeggia i gol. È una punta che attacca gli spazi con intelligenza e ha una gran potenza nel tiro. La corsa e il tiro sono la specialità della casa, ma c’è dell’altro. Instancabile nella ricerca del gol, forte nei duelli fisici, generoso nello sforzo fisico, capace di partecipare al gioco quando la squadra avanza fraseggiando, e dotato di una grande personalità. Non dimentichiamo che nel Real Madrid, quando era molto giovane, ha dovuto competere con Raúl, Van Nistelrooij e i due Ronaldo (il grasso e il magro). Non ha mai mostrato complessi di inferiorità e ha finito per vincere quasi sempre la sua battaglia. La maglia del Napoli gli sta a pennello, ma anche quella del Real Madrid non gli ha mai pesato troppo.
José Callejon
Nel Real Madrid si è messa in luce una di quelle figure complementari che diventano grandi accettando il proprio ruolo: José Callejón. Un calciatore che, quando gioca, si batte come se fosse davanti alla sua ultima occasione. E, quando non gioca, si prepara aspettando il proprio turno senza passare un secondo a turbare l’ambiente. L’efficacia sorda di questi giocatori è fondamentale in una squadra. Il calcio dovrebbe premiarli. In fin dei conti c’è un Oscar anche per il miglior attore non protagonista. La cessione per dieci milioni di euro di Callejón al Napoli, dove può recitare un ruolo da protagonista, è stato un riconoscimento al suo spirito solidale.