Va male, va malissimo. Il Napoli langue, battuto a Udine (0-1) da un colpo sotto porta di Danilo, assist involontario di Koulibaly, fino a quel momento tra i migliori. Un palo di Gargano, dopo la mezz’ora di gioco, è stato tutto quello che il Napoli ha raccolto dal predominio durato settanta minuti e anche oltre, naufragato sul gol decisivo del difensore brasiliano dell’Udinese.
Seconda sconfitta consecutiva dopo il flop interno col Chievo, classifica amara, tre punti, e una marea di squadre si sono portate più avanti.
Sorprese nella formazione azzurra. Rivoluzione copernicana di Benitez che sfodera una squadra assolutamente originale al Friuli. Torna Maggio, Britos esterno sinistro, David Lopez in mezzo (fuori Inler), Zuniga all’ala destra (in panchina Callejon e Mertens), Michu al posto di Hamsik, Insigne a sinistra, Gonzalo Higuain là davanti e non si tocca mai.
Colpo di genio o follia? Ci sono tre partite da giocare in settimana, Benitez fa un turn-over necessario. E gli va male solo il risultato. Perché il Napoli “sperimentale” di Udine occupa il campo, gioca nella metà dell’Udinese, ha grinta e voglia, meriterebbe qualcosa più dello zero a zero che si trascina per settanta minuti.
Pochi palloni per Higuain e Di Natale, bloccati dalle difese (Koulibaly imbattibile contro Totò). L’Udinese si rintana e neanche riparte, circondata dal Napoli. C’è in tribuna Reja, l’allenatore della squadra che sette anni fa dilagò al Friuli (5-0). Non è la stessa storia. Sono cambiate troppe cose.
I nuovi (Michu e David Lopez) si muovono con continuità e concretezza, lottano, ma gli manca l’intesa col resto della squadra, però sono bene in partita, soprattutto il primo. Regge la bandiera azzurra Walter Gargano, guerriero a tutto campo. Pressa, ostruisce, contrasta, dirige il gioco e va al tiro sul palo (35’) che poteva dare le ali al Napoli.
La squadra sorprendentemente allestita da Benitez risponde alle attese. Manca però del tutto l’apporto di Zuniga, un fantasma sulla fascia destra. A sinistra si muove molto Insigne, ma non trova mai il varco per infilarsi. Higuain si sposta sulla destra per fare spazio al centro a Michu. Lo spagnolo è forte di testa, ma non arrivano cross puliti nell’area udinese. Michu si fa valere nei contrasti alti a centrocampo. David Lopez, con le spalle da giocatore di football americano, è un lottatore irriducibile. La formazione azzurra è troppo nuova perché il gioco sia fluido. Ma fa pressione sull’Udinese, la tiene a ridosso della sua area. Una supremazia inconcludente, però, perché non arriva un solo tiro nello specchio della porta di Karnezis.
Non tutto il Napoli inventato da Benitez ha giocato giovedì e si spera che tenga il campo sino alla fine. L’Udinese non è mai pericolosa. Koulibalì sovrasta spesso Di Natale. Albiol è sicuro. Britos alterna errori a interventi efficaci. Non c’è gran gioco sulle corsie per l’”assenza” di Zuniga a destra e le sovrapposizioni timide di Britos a sinistra. Ma in mezzo al campo Gargano e Lopez dominano, conquistano palla, spingono l’attacco. Rafael rimane inoperoso, ma anche Karnezis non corre pericoli.
Se Gargano, indomabile guerriero, è il migliore, la vita è bella. Ma dov’è l’Udinese. La squadra di Stramaccioni ha la sua tattica segreta. Colpire il Napoli sulla distanza, sulla stanchezza. Ma il Napoli non molla, governa la palla, la fa girare, spinge in avanti, ma non trova un solo spiraglio per scaraventarsi in gol.
Allora Benitez sostituisce il fantasma di Zuniga con Callejon (63’). Punta proprio a vincere con la formazione dettatagli dal suo famoso cuscino, l’almohada. Ma prima che il Napoli tragga dalla panchina (Hamsik, Mertens, De Guzman, Zapata, Inler) altri protagonisti che possano essere decisivi, l’Udinese va a segno.
Sulla punizione dalla distanza di Di Natale, il colpo di testa all’indietro di Koulibaly affida la palla a Danilo appostato sul palo destro di Rafael ed è un gioco per il difensore brasiliano toccare in rete (71’).
Ci sono venti minuti per rimontare. Dentro De Guzman per Insigne (75’) e Mertens per Michu (73’). L’Udinese si ritira in fortezza e non c’è niente da fare. Spadroneggia in area sui palloni alti, infittisce i ranghi, spazza l’area. Thereau e Muriel che subentrano a Fernandes (70’) e Di Natale (82’) non fanno né storia, né cronaca. Il Napoli spinge oltre il novantesimo, anche nei tre minuti del recupero, ma la sorte è segnata.
E’ una brutta botta per il Napoli. Mercoledì sera arriva il Palermo al San Paolo, domenica a mezzogiorno si gioca a Reggio Emilia contro il Sassuolo. I tempi sono cupi. Rialzarsi sarà faticoso, ma indispensabile.
MIMMO CARRATELLI
NAPOLI (4-2-3-1): Rafael; Maggio, Albiol, Koulibaly, Britos; Gargano, Lopez; Zuniga (63’ Callejon), Michu (73’ Mertens), Insigne (75’ De Guzman); Higuain.
UDINESE (4-3-2-1): Karnezis; Widmer, Heurtaux, Danilo, Piris; Badu, Guilherme, Allan; Kobe, Fernandes (70’ Thereau); Di Natale (82’ Muriel).
ARBITRO: Tagliavento (Terni).
RETI: 71’ Danilo.
SERIE A – 3^ GIORNATA.
Cesena-Empoli 2-2, Milan-Juventus 0-1, Chievo-Parma 2-3, Atalanta-Fiorentina 0-1, Genoa-Lazio 1-0, Roma-Cagliari 2-0, Sassuolo-Sampdoria 0-0, Udinese-Napoli 1-0, Torino-Verona (20,45), Palermo-Inter (20,45).
CLASSIFICA. Roma e Juventus 9; Milan e Udinese 6; Sampdoria 5; Inter, Atalanta, Verona, Cesena, Genoa, Fiorentina 4; Napoli, Lazio, Chievo, Parma 3; Sassuolo 2; Palermo, Cagliari, Torino, Empoli 1.
Torino, Verona, Palermo, Inter una partita in meno.
PROSSIMO TURNO. Martedì 23: Empoli-Milan. Mercoledì 24: Cagliari-Torino, Fiorentina-Sassuolo, Inter-Atalanta, Juventus-Cesena, Napoli-Palermo, Parma-Roma, Sampdoria-Chievo, Verona-Genoa. Giovedì 25: Lazio-Udinese.