Le pagelle di Napoli-Verona 6-2, a cura di Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia
RAFAEL 7 – Anche lui protagonista di fronte all’omonimo brasiliano del Verona che ha più lavoro e fa sette parate determinanti. Ma il brasiliano del Napoli è stato essenziale in due occasioni. Quando ha sventato il 2-0 di Halfredsson e quando ha impedito a Nenè di segnare il 3-3. Salvataggio di ginocchio nella prima occasione, deviazione in corner sulla seconda col veronese che era stato favorito da un rimpallo sotto porta. Ancora una splendida parata al 78’ su Tachtsidis.
Due parate, di cui quella su Nenè, forse, la parata della stagione. Sì, il calcio è fatto anche di episodi e di congiunzioni astrali, che ieri ci hanno avvolti dal primo all’ultimo – 7
MAGGIO 6 – Collabora molto alla fase offensiva raddoppiando sulla corsia di Callejon, mettendo qualche buon pallone nell’area veronese. Non sempre precisi i cross e troppi palloni passati all’indietro anziché andare in profondità. Però un rendimento costante per tutta la gara.
Possiamo evitare di trombarlo, oggi – 6
ALBIOL 6,5 – Toni non pervenuto. Ma rinvia sui piedi di Halfredsson il pallone del vantaggio veronese. Errore rimediato con una prestazione di grande sicurezza, un tiro dalla distanza (fuori), un debole colpo di testa parato e la grande fuga per la vittoria. Settanta metri di campo di corsa, palla a Callejon che gliela restituiva e il difensore spagnolo, continuando a correre sino a fondo campo, rimetteva davanti alla porta la palla del 5-2 di Higuain.
No, scusa, Mimmo, ma tu hai visto la cavalcata finale? Come fai a dargli 6,5? Ha preso la palla poco prima del centrocampo, ha corso con falcate che manco Koulibaly, finta (di stanchezza? Non mi interessa), tunnel, tocco e Higuain. Io una cosa così bella l’ho vista raramente. E raramente mi sono sentita così trascinata da un’azione. Ripetevo dentro di me “è pazzo, è pazzo, è pazzo”, mentre mi muovevo sul divano come quando stai per scattare in piedi a rallentatore e ti si tendono tutti i nervi, capito come? Poi lo ha fatto, è arrivato sotto porta mentre cercavo di capire se veramente quel numero di maglia che stava facendo quel poco fosse lui, e Higuain c’era, e non mi ricordo più cosa ho fatto, ho solo pensato a quanto fosse bello urlare di felicità (grande Decibel che ha attribuito il gol per metà ad Higuain e per metà a Raul, un atto d’amore bellissimo) – 8
KOULIBALY 6 – Meno sicuro del solito, più di un pallone “sporco”, si fa “saltare” da Nico Lopez in occasione del secondogol, però prestante nel corpo a corpo e apparizioni nell’area veronese per sfruttare la sua altezza (1,97) contro i colossi veneti (Sorensen 1,92, Moras 1,93). Tocca di tacco (involontario?) la palla sfruttata da Hamsik per l’1-1.
Azz, meno sicuro del solito? Chist è ‘nu mostr! – 7
GHOULAM 6 – Assiste continuamente Insigne sulla fascia sinistra. Eccellente chiusura sul contropiede di Toni (19’). Non preciso nei cross.
Chissenefrega dei cross! Tanto non sono arte di nessuno! Bel carattere anche il suo – 6
JORGINHO 7,5 – Lascia il tiro del vantaggio ad Hallfredsson, tradito anche dal rinvio di Albiol sui piedi dell’islandese calvo. Però grande regia a tutto campo dopo essersi liberato dalla soggezione di Halfredsson, massiccio e aggressivo (23’ becca anche un’ammonizione per fallo di disperazione sull’islandese). Cerca e trova sempre la posizione migliore ed è continuamente nel cuore del gioco. Grande visione, giocata rapida. Esce nel finale dopo una gara di grande dispendio.
Un po’ di inesperienza a sporcare la buona logica di gioco, peccato – 6,5
INLER 6 – Entra per far rifiatare Jorginho (70’). Ordinato, puntuale nei contrasti, tenta anche il tiro (alto).
Maggiore esperienza ma meno logica di gioco, peccato (non si potrebbero fondere in uno solo, lui e Jorginho?) – 6
DAVID LOPEZ 6 – Un po’ in ombra, ma controlla il centrocampo. Impreciso nei disimpegni, sbaglia più di un passaggio.
Secondo me quando questo sarà completamente cresciuto alla scuola Benitez diventerà il centrocampista perfetto per il suo modulo – 7
CALLEJON 7,5 – Sesto gol consecutivo, a segno da cinque partite. In vetta alla classifica dei cannonieri (7 gol, uno più di Tevez). Manca al 48’ la sua specialità sull’assist preciso di Insigne sotto porta: palla colpita al volo oltre la traversa. Dà una gran mano a centrocampo recuperando spesso su Hallfredsson. Fa ballare la rumba a Brivio che lo affronta in prima battuta. All’attivo anche un palo (88’).
Vabbè, ma che dobbiamo dire più di Josè Maria Callejon? Splendido vedere campeggiare il suo nome nella classifica capo-cannonieri. Guardatela, quando vi prendono gli scienzielli – 8
HAMSIK 8 – Non segnava dal 2 novembre dell’anno scorso. Si riprende con una “doppietta”. Due conclusioni violente, la rabbia del gol che aveva dentro. Le reti lo restituiscono al suo standard migliore. Governa il gioco da par suo. Porta avanti la palla e si inserisce con grande scelta di tempo dopo un inizio incerto e tre palloni perduti. Due gol e l’assist per la rete di Callejon andando avanti in contropiede per 40 metri. Esce all’85’ per gli applausi al Marek ritrovato.
Quando non gli è entrato quel gol ho pensato che avremmo visto il solito retropassaggio a testa bassa e così sia. Invece non si è voltato neppure un secondo, ha insistito, l’ho sentito chiaramente esclamare, rivolto alla palla, “Tras’!”. E quella è entrata. E da allora la partita è definitivamente cambiata. Grazie, 17, per avermi ricordato chi sei – 10
HENRIQUE s.v. – Entra per Hamsik e non ha molto da fare (il Napoli è avanti 5-2).
Ero talmente in trance agonistica che non mi sono accorta che è entrato. Ho continuato a guardare Hamsik, a dirgli che gli voglio bene e che sono straordinariamente felice per lui – s.v.
INSIGNE 8 – La sua miglior partita. Lo aspetta al varco il gigantesco danese Sorensen (1,92) e su di lui raddoppia Martic. Ma Lorenzo sa come evitarli. Non si fa chiudere sul fallo laterale, ma si accentra per prendere palla, parte in dribbling e più spesso dà il pallone di prima ai compagni. Cerca soprattutto Callejon con lunghi traversoni da sinistra a destra per le traiettorie che piacciono tanto allo spagnolo per avventarsi con la battuta a rete. Comincia con un colpo di testa ravvicinato annullato dal Rafael veronese (3’). Eccellente visione di gioco, guadagna sempre lo spazio utile per ricevere palla e giocarla. Cerca molto Higuain. Recupera generosamente in difesa (blocca una volta un inserimento di Ionita). Impegna due volte il portiere veronese (29’ e 40’). Gioca soprattutto per la squadra e non si intestardisce a preparare il tiro a giro. Tra i tanti assist, quello mirabile per Callejon (48’) che lo spagnolo alza sopra la traversa.
Preciso, propositivo, un gioco pulito e razionale, un paio di tiri tesi, il giro se l’è dimenticato. La voglia di bombardare l’altro Rafael sapendo che alla lunga un tiro dovrà entrare e la voglia e il bel gioco dovranno essere premiati. Un punto di riferimento per la squadra, a cui ha dato ordine e prospettiva di gioco. Il più bel prodotto dell’era Benitez fino ad ora per la crescita esponenziale avuta, e io non sono mai stata una “lorenziana” – 11
MERTENS s.v. – Entra per Insigne (78’) che esce finalmente tra gli applausi. Il belga guadagna il rigore (fallo di Hallfredsson) per l’ultimo gol della serata.
Perdonami, Dries, anche qui ero distratta dall’uscita di Insigne con gli applausi che meritava – sv
HIGUAIN 8,5 – Il leone affamato è uscito dalla gabbia. In campionato il suo digiuno di gol durava da 602 minuti. Ha grande voglia di lottare e, stavolta, la sua rabbia agonistica non si trasforma in nervosismo (un’ora a colloquio con Benitez alla vigilia). Splendida tripletta. Col primo gol riporta avanti il Napoli (3-2): azione personale al limite, evita Marques e infila (68’). Il pubblico, dopo i due gol di Hamsik, aveva invocato a lungo il nome del Pipita. Raddoppia all’84’ con un abile tocco sotto porta sul cross basso di Albiol. Non sbaglia dal dischetto per il tris (90’). Prima di far centro, impegnava due volte il portiere veronese (due gran salvataggi): nella prima occasione gran girata al volo di sinistro.
La rabbia si è vista fin dall’abbraccio ad Hamsik, come se gli avesse detto: “Aspettami, fratello, che ora mi sblocco anche io”. Il comprendersi nel dolore di non riuscire a fare ciò che si vuole: un momento di intesa perfetta. “Abbiamo lasciato uscire Higuain dalla gabbia, ora la mettiamo di nuovo dentro e lo faremo uscire di nuovo mercoledì”, ha detto il mister. E infatti sono stati splendidi il ruggito, il sorriso, è stata splendida la gioia. Ce ne ha messo del tempo, ma ne ha fatti addirittura quattro (il gol annullato era regolarissimo), con la zampata della “raggia” – 10
BENITEZ 8 – Ripropone la migliore formazione azzurra e si rivede il suo miglior Napoli. Raccomanda calma sull’immediato svantaggio, incoraggia gli azzurri, “chiama” il giro-palla. Le risposte sono sempre positive sino alla detonazione totale della squadra. Aveva tenuto a colloquio Higuain per un’ora. La risposta del Pipita è stata immediata sul campo. Ha sempre detto: quando i nostri migliori giocatori faranno i migliori e faranno la differenza, si vedranno i risultati. Si è visto contro il Verona potendo finalmente contare su Hamsik e Higuain come non era ancora successo. Si gode il trionfo dopo avere elegantemente risposto alle critiche dei momenti bui.
Sia chiaro: abbiamo fatto sei gol e abbiamo una forma fisica così perché facciamo il turn over, allenatori da strapazzo che se allenaste voi saremmo in Eccellenza. So – perché ieri è stato evidente una volta in più – che il problema è solo psicologico, ed appartiene a quelli che l’anno scorso erano per tutti dei campioni. No, un motivatore non deve per forza sbracciarsi in panchina, il vero motivatore è quello che agisce dietro le quinte e porta i suoi ad essere consapevoli delle proprie capacità proteggendoli e continuando a insegnare loro il bel gioco internazionale, uno che non ha bisogno di spiegare a media (in malafede) e a tifosi (che meriterebbero la Lega Pro) cosa fa nello spogliatoio, ma che semplicemente continua a parlare solo e sempre di calcio. Non so se la partita di ieri è lo spartiacque del campionato, non so se a Bergamo vinceremo, non so se vinceremo contro la Roma, ma so che questo è il Napoli, questo è quello che sa fare, anzi, che questo è solo l’allenamento. So che “in questo clima da psicodramma, siamo a due punti dal terzo posto” (cit. Il Napolista) e a 5 punti dalla Magica, per di più alla vigilia dello scontro diretto e dopo che loro hanno pareggiato con la Sampdoria. Come dite? Il Verona era una banda di musici? V’ piacess, eh? Lo era pure lo Young Boys eppure alcuni di voi sembrava fossero in preda agli psicofarmaci e hanno fatto un bordello che manco avessimo perso la qualificazione. A me, dello Young Boys, per parafrasare The Jackall, nun me ne fott nu cazz. E se a voi sì, non me ne fott nu cazz il doppio e ddoje fritteur. Forza Napoli, forza Rafa. Sempre – 10
p.s. Al pubblico ieri allo stadio il voto più alto. Il coro tribale per Higuain, il boato a spingere la squadra quando dagli spalti si sono resi conto della straordinaria reazione in campo, gli applausi ad Insigne e ad Hamsik, il solo essere lì, è stato bellissimo. Il voto è perché dovremmo sempre ricordarci tutti che, al San Paolo o da casa, se ci mettiamo di impegno siamo noi tifosi l’uomo in più. Io non ho mai perso di vista l’obiettivo, e non sono sola. Ai napolisti che ieri hanno esultato quanto me va il mio più tenero e convinto abbraccio – 12
Mimmo Carratelli e Ilaria Puglia