Nella puntata del 9 Ottobre di Radio Napolista, Marco Ciriello, scrittore e giornalista del Mattino, segnalava come al Napoli sia mancato un Nick Hornby, un libro come “Febbre a 90’”[Guanda Editore, 1997] in salsa partenopea, ovvero un narratore e un’opera in grado di raccontare le abitudini, i riti e gli sbalzi di umore che contraddistinguono la vita di ogni tifoso. Anche se, a giudicare dalle ultime performance dei nostri sostenitori, più che un romanzo, forse servirebbe un manuale di psicologia clinica.
Se Hornby ha raccontato della passione per l’Arsenal, Colin Shindler, sceneggiatore e produttore televisivo inglese ne “La mia vita rovinata dal Manchester United” [Baldini&Castoldi, 2001] descrive cosa significhi nascere negli anni sessanta nel ghetto ebreo ortodosso di Manchester, tifare per il City e vedere la propria crescita scandita dai successi dei rivali cittadini dello United, guidati all’epoca da George Best e Bobby Charlton.
Il testo di Shindler è un buono punto di partenza per comprendere le origini dello scontro fra Manchester United e Manchester City che oggi si sfidano alle 14.30. Padroni di casa: quelli del City.
Sicuramente non è uno dei derby più sentiti d’Inghilterra, ma per certi versi segue i paradigmi classici delle rivalità cittadine. Chi è che incarna la vera Manchester? I tifosi del Manchester City si ritengono i rappresentanti della città, (da qui citizens, ovvero cittadini) mentre sostengono che i tifosi del Manchester United siano esponenti di Newton Heath una zona a nord-est di Manchester, distante circa 5 km dal centro e da cui i Red Devils traggono origine (Manchester United nacque con il nome di Newton Heath F.C). Ci sono poi motivi legati al blasone. La storia passata e recente del Manchester United è costellata di successi, basti pensare che negli ultimi 20 anni hanno vinto 13 volte la Premier League oltre a 2 Coppe dei Campioni e diversi trofei nazionali. Invece il Manchester City solo dagli inizi degli anni 2000 è tornato in pianta stabile nella Premier, occupando posizioni di metà classifica. La vera svolta per i citizens, però, è arrivata il 1° settembre 2008 , quando lo sceicco Mansur bin Zayd Al Nahyan è diventato proprietario della seconda squadra di Manchester contribuendo a colmare il gap economico e tecnico con i Red Devils.
Negli ultimi anni il derby ha assunto un significato che travalica la “semplice” supremazia cittadina, le due squadre si trovano ai vertici del calcio inglese e spesso sono in lotta per il titolo.
“Football…Bloody hell”. Così commentò Sir Alex Ferguson la storica rimonta compiuta ai danni del Bayern Monaco in 120 secondi, che portò il Manchester sul tetto d’Europa il 26 maggio 1999. Tredici anni dopo questa sua affermazione tornò di grandissima attualità. All’ultima giornata della stagione 2011-2012, United e City erano appaiati in testa alla classifica, contava ai fini dell’assegnazione del titolo la differenza reti, che era a favore della squadra di Roberto Mancini. La squadra di Ferguson aveva battuto il Sunderland, restò sul campo in attesa di notizie provenienti dall’Etihad e fino al 92′ furono ottime. Il Manchester City nel frattempo perdeva 2-1 con il QPR, ma in 120 secondi riuscì a ribaltare il risultato, vincere e tornare campione d’Inghilterra dopo più di 40 anni. Su youtube cliccatissime furono le reazioni disperate dei tifosi dello United, che si videro sfilare il titolo all’ultimo giro di lancette.
Il derby di Manchester è stato anche teatro di regolamenti di conti per vecchie storie o celebrazioni di amori mai dimenticati. Il 21 aprile 2001 ad Old Trafford, il centrocampista del Manchester United, Roy Keane colpì con un durissimo intervento Alf-inge Håland, difensore del City, reo qualche anno prima, quando giocava nel Leeds, di aver procurato la lesione del legamento crociato anteriore dell’irlandese ed accusandolo di simulazione, gli si avvicinò invitandolo a rialzarsi. In realtà il centrocampista dello United fu costretto a un lungo recupero di circa un anno ed alla prima occasione si vendicò, così come ammise candidamente lo stesso Roy Keane nella sua autobiografia uscita qualche anno più tardi [Dunphy/Keane – Roy Keane. L’autobiografia, Ed.Libreria dello Sport]. Il 14 gennaio 2006 Robbie Fowler, l’attaccante del Manchester City, ma sopratutto uno dei più prolifici marcatori del Liverpool, per celebrare il 3 a 1 corre verso il settore dei tifosi del Manchester United con la mano aperta per indicare le 5 vittorie in Champions League dei Reds contro le 2 vittorie dei Red Devils [diventeranno 3 nel 2008 a Mosca contro il Chelsea]
Il 9 dicembre 2012, una sfida combattutissima sia in campo, con i due gol rimontati dal City nel finale prima della beffa grazie a una magistrale punizione di Van Persie, sia sugli spalti con Rio Ferdinand prima colpito da una monetina al sopracciglio, poi con un tentativo aggressione ai danni dello stesso difensore da parte in un sostenitore citizens, che fu fermato prontamente dal portiere del Manchester City, Joe Hart. Oggi dopo tre giornate di squalifica tornerà in campo Wayne Rooney, capitano dello United e sopratutto top scorer del derby di Manchester con 11 gol segnati. Il 12 febbraio 2011 regalò con una rovesciata sensazionale la vittoria allo United.
Ovviamente nulla a che vedere con Gonzalone nostro.
Alfonso Noël Angrisani